Il Fatto Quotidiano: “Miccoli stia a casa”. Palermo non perdona il bomber che chiamò “fango” Falcone”
Fabrizio Miccoli e il Palermo, un rapporto d’amore rovinato da quelle famose frasi che il “Romario del Salento” pronunciò verso il magistrato ucciso dalla mafia, Giovanni Falcone. Ha suscitato non poche polemiche la presenza dell’attaccante ex rosanero alla partita dedicata alle vecchie glorie, l’edizione odierna del “Fatto Quotidiano” fa il punto della situazione. Le lacrime del 2013 non sono bastate a placare la rabbia dei tifosi. Il ritorno di Miccoli al “Barbera” non sarà un ritorno dolce, in molti, infatti, non gli hanno perdonato quelle intercettazioni nell’ambito di un’inchiesta di mafia, in cui l’attaccante insultava più volte Giovanni Falcone: “Vediamoci sotto l’albero di quel fango di Falcone” diceva al telefono a un amico. Miccoli aveva frequentazioni poco raccomandabili a Palermo, come quella con Mauro Lauricella, condannato in primo e secondo grado (sette anni in appello) per “estorsione aggravata dal metodo mafioso”, vicenda in cui è stato processato anche l’attaccante salentino, anch’egli condannato poi a tre anni e sei mesi per estorsione in primo grado. Miccoli avrebbe chiesto l’aiutino al figlio del boss della Kalsa, per far sì che un suo amico ricevesse 20 mila euro.
“RESTA A CASA”,“Miccoli lontano da Palermo”,“Non lo vogliamo”: sono questi i commenti dei tifosi sui social network, alcuni dei quali hanno deciso di non partecipare alla gara delle vecchie glorie prevista per il 26 agosto, in protesta con una decisione che ha diviso i tifosi, ma che vede la maggior parte delle persone schierate per il “no”al ritorno della bandiera rosanero. Altri hanno risposto postando sui social, sotto la notizia, la foto dei giudici Falcone e Borsellino, chiedendo che il nuovo presidente Dario Mirri torni sui suoi passi, in questa estate di rifondazione della società rosanero che dopo il fallimento partirà dalla Serie D: “Ho sbagliato ma non sono un mafioso” aveva detto l’attaccante, subito dopo la pubblicazione delle intercettazioni in una conferenza stampa che ha sancito poi la fine della sua avventura con il Palermo e con il calcio ad alti livelli. Le lacrime e il tempo non hanno però lenito la rabbia dei supporter palermitani, rimasti increduli all’ascolto delle intercettazioni. La richiesta all’unisono è che il nuovo presidente rosanero, Dario Mirri, ritiri l’invito per Miccoli, in una serata che si preannuncia storica, ma che potrebbe essere corredata dai fischi all’entrata in campo dell’attaccante che ha fatto la storia del Palermo, prima di lasciare l’isola nel peggiore dei modi.