Il centrocampista del Genoa, condannato in primo grado per stupro di gruppo, non è stato sospeso dal club ed era a disposizione dell’allenatore, ma la bufera social ha imposto un cambio di decisione
Un’ondata social si è poi abbattuta sui canali ufficiali del Genoa, di fatto «imponendo» — o quantomeno consigliando in modo piuttosto acceso — una marcia indietro ad un ambiente ritrovatosi del tutto impreparato a una situazione come quella legata a Portanova, condannato in primo grado a sei anni di reclusione ma considerato dal club presunto innocente fino all’ultimo grado di giudizio. Una decisione, quella presa da chi di dovere in casa Genoa, perfettamente in linea con la legge italiana: cha fatto sì discutere, ma che resta legge. Il centrocampista rossoblù, dopo aver assistito martedì scorso al suo processo al tribunale di Siena, nella giornata di ieri si era regolarmente allenato al Centro Sportivo Gianluca Signorini di Pegli agli ordini di Gilardino. Questa mattina la diramazione dei convocati, che ha fatto discutere tanto da mandare in tribuna Portanova. E che, forse, romperà il silenzio del Genoa sulla vicenda.