Intervistato ai microfoni di Parmalive.it, Gene Gnocchi si è espresso in merito al campionato di B e alla lotta promozione.
Di seguito le sue parole:
«Pare possa essere l’anno buono, però a me questa cosa non mi tranquillizza. Non può sempre andarti bene, ecco. Vorrei vedere un Parma che metta al sicuro prima il risultato, anche perché, come già accaduto, possono poi esserci alcune amnesie in difesa che potrebbero compromettere il risultato. Anche contro la Ternana sembrava fatta, poi però c’è stato da soffrire. C’è tanto talento in questo gruppo, ma sono dei ragazzi un po’ «zuzzurelloni» (ride, ndr). Bisogna sempre stare attenti, soprattutto in Serie B: quella gialloblù è una squadra che non ti fa mai stare tranquillo, anche perché con nove partite ancora da giocare e con il Venezia a -8 non si può abbassare la guardia. Vedremo sabato contro la FeralpiSalò come andrà, bisognerà stare attenti visto che anche loro hanno dimostrato di non mollare: lo si è visto nell’ultima partita vinta contro il Modena».
«Proprio a questo mi riferivo, dal mio punto di vista bisognerebbe trovare maggior stabilità in difesa. Poi l’allenatore ha dimostrato di voler portare avanti queste idee, che finché funzionano va tutto bene. Io non sono tranquillissimo, punterei a costruire delle fondamenta solide nel reparto arretrato e poi darei il compito a quei quattro là davanti di fare quello che gli viene meglio fare… Secondo me la formula giusta è quella che è stata utilizzata più spesso ultimamente, ossia con Bonny davanti e i vari Benedyczak, Man e Mihaila a ruotargli attorno. L’attaccante francese, se in giornata, ha dimostrato di essere in grado di poter spaccare le partite anche grazie alla sua fisicità straripante e con il talento degli altri suoi compagni può davvero essere una buona soluzione per l’attacco. Poi è chiaro, Pecchia opererà le sue scelte anche a seconda dell’avversario che si andrà ad incontrare. Per me Pecchia sarebbe il mister ideale per portare avanti il progetto di questa società. Ha dimostrato di essere un tecnico intelligente e duttile, è chiaro che il Parma merita tanto e secondo me questa società sta agendo nel miglior modo perché non gli ha mai fatto mancare fiducia e vicinanza. In prospettiva futura la vedo una bella realtà, nella quale questo allenatore potrà continuare a lavorare bene come sta facendo attualmente».
«Io sono molto affezionato al Tardini, perché è lo stadio che ho sempre frequentato da tifoso e mi piacerebbe che possa restare questo l’impianto di gioco della squadra. Ci sono dei luoghi del cuore che sarebbe bello potessero rimanere tali, ma che, naturalmente, hanno bisogno di essere riqualificati. Io per scherzare di recente ho detto che se il Parma torna in Serie A farò l’abbonamento per seguirlo: ecco, lo faccio per andare al Tardini».
«Promozione? Sicuramente il Parma, o almeno mi auguro, e poi la Cremonese devo dire che secondo me ha qualcosa in più rispetto le altre. In queste ultime nove giornate però, come dicevo prima, può ancora accadere di tutto. Aneddoto? Quando fui tesserato dal club ducale fu un gioco, ma fatto sul serio anche perché spesso mi allenavo con la prima squadra che ai tempi doveva salvarsi in Serie A. Rido pensando a due settimane fa, quando a Roma venne a giocare il Cagliari, e salutai Ranieri come mio vecchio allenatore. Lui mi presentò ai suoi attuali giocatori definendomi come «Il miglior talento che c’era in quel Parma». C’erano Viola e Pavoletti che ridevano come dei matti…».