L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” parla dei cosiddetti “Virus Party”. «Nei ragazzi si evidenzia una minore integrazione sociale e sono alla continua ricerca di una identità. Sfidano il pericolo senza correre rischi, pensando piuttosto di farli correre agli altri».
È il commento del sociologo Marzio Barbagli riguardo agli episodi denunciati dalla costumista Fiorenza Cipollone al Corriere della Sera, in cui racconta come gruppi di ragazzi, vestiti come in Arancia Meccanica, sputano sui citofoni col tentativo di attaccare il Covid. Professore, come inquadra questo fenomeno? «Non ci trovo niente di particolarmente straordinario, oltre al riferimento del Covid che prima non c’era. I ragazzi che commettono atti di vandalismo e vanno in giro a fare bravate sono sempre accaduti. Anzi, probabilmente erano più frequenti prima che oggi».