L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla corsa alla poltrona di sindaco di Palermo, con sei candidati.
I giochi sono fatti. A Palermo sono ufficialmente sei in candidati in corsa per la poltrona di sindaco, per la quale il 12 giugno si apriranno i seggi elettorali. Quattro uomini e due donne che a loro sostegno hanno complessivamente venti liste. Due dei candidati della prima ora (Gaetano Cammarata e Giuseppe Catalano) si sono persi per strada e non si sono presentati all’appuntamento con il deposito delle candidature. Ieri a mezzogiorno, infatti, è scaduto il termine entro il quale bisognava presentare la documentazione dei candidati, anche di quelli che hanno l’ambizione di strappare uno dei 40 scranni in Consiglio comunale: i pretendenti in corsa nelle liste sono in tutto sono 773.
Ma ecco i volti di coloro che sperano di succedere a Leoluca Orlando che fra poco meno di un mese, dopo dieci anni di governo (gli ultimi due mandati, dei cinque complessivi che egli annovera) lascerà gli uffici di Palazzo delle Aquile. Nella stessa area politica del primo cittadino uscente è sceso in lizza Franco Miceli, presidente nazionale degli architetti, negli anni Novanta è stato assessore ma oggi è stato scelto come candidato civico appoggiato da Pd, Movimento 5 Stelle e le varie anime della sinistra riunite nella lista Sinistra civile ed ecologista. Quattro le liste a suo sostegno. Sulla sponda opposta c’è quello che sulla carta è il candidato più forte, l’ex rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla. Anche lui si è dichiarato un esponente del civismo – benché iscritto all’Udc e assessore dimissionario all’Istruzione della giunta regionale – ed è riuscito alla fine a essere l’alfiere di tutto il centrodestra che dopo baruffe, psicodrammi, litigi e passi indietro si è ricompattato. A sostegno del «magnifico» ci sono ben nove liste, fra cui quelle di Forza Ita[1]lia, di Fratelli d’Italia, di Prima l’Italia (Lega), Udc, Dc nuova di Totò Cuffaro, Noi con l’Italia di Saverio Romano oltre a due liste civiche del candidato sindaco, in una delle quali ci sono gli espo[1]nenti di Italia viva che concorro[1] no senza simbolo.
Poi c’è il più giovane della compagnia, Fabrizio Ferrandelli, 41 anni, ma già un veterano delle amministrative perché è la terza volta che si propone per sindaco. Sta correndo sotto le insegne di +Europa e Azione di Carlo Calenda ed è riuscito a comporre altre due formazioni che concorrono per il Consiglio a suo sostegno. Ciro Lomonte, anch’egli è un architetto, non è nuovo alla competizione. È un sicilianista-indipendentista convinto. Nella lista a suo sostegno ci sono anche esponenti del movimento di Gianluigi Paragone, de Il popolo della famiglia e di Siciliani liberi. Francesca Donato, europarlamentare eletta nelle file della Lega ma poi smarcatasi da Matteo Salvini, sta conducendo la sua campagna elettorale parlando a una fetta di elettori sensibile ai temi contro l’obbligo vaccinale, lockdown e green pass. A suo sostegno è stata presentata la lista «Rinascita Palermo». Chiude la lista degli aspiranti primi cittadini Rita Barbera.