Gds: “Tutto sbagliato, tutto da rifare. Disfatta a Foggia per il Palermo”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla sconfitta di ieri del Palermo contro il Foggia.

Disfatta. Senza attenuanti. Disfatta contro un Foggia che non vinceva da oltre due mesi e che ieri ha trovato un avversario che gli ha concesso di tutto. Hanno invocato anche il Palermo a fine gara i fans pugliesi, per il vecchio gemellaggio tra i tifosi (che ieri ha traballato dopo il gol di Brunori) ma anche perché avversari così sono una manna dal cielo. Disfatta nel punteggio, ma soprattutto è stata la disfatta di un modo di intendere il calcio. Un modo secondo cui tutti possono fare tutto, volere è potere. Secondo cui, un po’ come nella gestione Filippi, il calcio è un laboratorio, secondo cui il valore di una squadra si misura sommando i valori individuali dei singoli calciatori.

Così, che importa se Felici o Valente fanno i difensori, se Floriano fa il trequartista, se Fella fa il centrocampista, se si gioca quasi un tempo con cinque attaccanti. Incapaci di fare un gol. Perché senza geometrie, senza equilibrio non c’è possibilità di battere un avversario inferiore. E non ci sono dubbi che il Foggia è inferiore al Palermo. Ha qualche buona individualità come Curcio, Merola Nicolao, ma non vale i rosa. Eppure, ieri ha fatto un figurone. Per propri meriti ma soprattutto per i demeriti di una squadra che ha sbagliato tutto: in difesa, a centrocampo e in attacco.  Ha sbagliato anzitutto in difesa concedendo gol facili agli avversari. Il primo e il terzo per esempio. Due incursioni di centrocampisti. Di Paolantonio ha sbloccato al 4’ sorprendendo Accardi e Valente, Garofalo ha praticamente chiuso la partita all’11’ della ripresa col Palermo tutto in avanti, scriteriatamente. Un piccolo esempio come i centrocampisti dovrebbero partecipare alla fase offensiva.