L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulla concessione dello stadio “Barbera”. Serve una convenzione che regoli i rapporti fra la società e il Comune, proprietario della struttura, così come avveniva tra mille incomprensioni e difficoltà, quando la squadra era in Serie A e il patron era Zamparini. Un primo «contratto di concessione in uso» gli uffici del Patrimonio lo hanno predisposto. Sostanzialmente ricalcando il vecchio articolato. Il contratto dovrebbe essere, ovviamente, a titolo oneroso. Si legge ancora la somma di 335 mila euro all’anno da corrispondersi in tre rate. Ma questo è il primo intoppo, il primo problema, il primo scoglio. Lo stesso presidente della commissione Bilancio e Patrimonio, Giovanni Lo Cascio, pone un problema di congruità: «Non possiamo trattare il Palermo che è in serie D allo stesso modo di quando era in serie A – ragiona -. Bisognerà dunque trovare una sintesi e un accordo per giungere a un prezzo molto più basso e adatto alle esigenze del momento». Bisognerà capire anche da quando sarà valido il contratto di concessione. Si prevede che l’amministrazione comunale riservi a sé 191 posti per le cariche cittadine, compresi i 40 consiglieri comunali. Oggetto della concessione, al di là delle tribune e degli spazi per gli oltre 36 mila posti, sono anche le strutture telematiche, gli spazi antistanti allo stadio: «Nella vecchia concessione – racconta Tantillo – c’era scritto che le grandi vetrate dello stadio vanno tenute pulite e senza pubblicità e questo va mantenuto perché fa parte dell’immagine dello stadio. Per il resto – dice l’esponente di Forza Italia – penso che il Consiglio sia ben disponibile a venire incontro alle esigenze della società purché venga salvaguardato il bene comune e il suo utilizzo».