Gds: “Sicilia. Test anti-Covid. Falle nei controlli per chi atterra negli aeroporti. Razza: «Impossibile sorvegliare tutti»”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul covid nella nostra regione e le parole di Razza.
La normativa c’è, lo screening anti-Covid pure, già da mesi, e anche il personale non manca, quantomeno quello adibito ad effettuare i test. Ma i controlli? A quanto pare, non sono così stretti, perché negli aeroporti siciliani non tutti i passeggeri provenienti dai nove Paesi della «black list» si sottopongono al tampone obbligatorio, previsto dalla serie di ordinanze regionali emesse durante e dopo la scorsa estate, fino all’ultima, varata giovedì, che nella «lista nera» ha inserito Gran Bretagna e Germania, assieme a Usa, Malta, Portogallo, Spagna, Francia, Grecia e Paesi Bassi.
A segnalare la falla, già emersa nello scalo di Fontanarossa ed evidenziata ieri su queste pagine dal commissario per l’emergenza Covid di Catania, Pino Liberti, sono alcuni lettori del nostro giornale, partiti da Siviglia e da Madrid tempo fa e atterrati, stavolta, all’aeroporto di Palermo: viaggiatori inconsapevoli dell’obbligatorietà del test rapido, che una volta sbarcati, nonostante la chiara segnaletica del Falcone-Borsellino, le indicazioni dello staff dell’Usmaf (l’Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera), e l’info point dell’Asp, all’ingresso del percorso che porta all’aria esterna allestita per lo screening hanno girato le spalle dirigendosi direttamente verso le proprie abitazioni, senza che nessuno li fermasse.
La domanda, dunque, resta: chi fa i controlli? In realtà, spiega l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, «dovrebbe essere l’Enac a gestirli, coinvolgendo le forze dell’ordine. Detto questo, non si può certo mettere un poliziotto o un carabiniere alle costole di ogni passeggero, e l’obiettivo delle nostre ordinanze non è quello di controllare tutti i viaggiatori, ma la maggior parte di loro, per ridurre al minimo il pericolo contagi». Stesso ragionamento sull’obbligo di mascherina all’aperto, ripristinato da due giorni.
Una disposizione che per il segretario dell’Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano, «ripoterà a galla il problema dei controlli nei nostri comuni, soprattutto in quelli che hanno pochi agenti di polizia municipale», ma che per Razza «rialzerà comunque la percezione del rischio epidemiologico, a prescindere dalle attività di vigilanza». Il virus che accelera Intanto, nell’Isola, il bilancio quotidiano delle infezioni da SarsCov2 schizza a quota 640 casi (139 in più rispetto a giovedì scorso) mentre si contano altri sei decessi e 15 contagi risalenti ai giorni scorsi.