L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulle condizioni dei reparti psichiatrici sotto pressione dai piccoli casi di covid.
Gli ultimi bollettini giornalieri dell’epidemia avevano già prefigurato il salto in avanti del virus in Sicilia, e adesso c’è anche la conferma del Dasoe, nero su bianco nel monitoraggio Covid settimanale pubblicato ieri, che sull’Isola indica solo aumenti, dai contagi ai focolai, fino alle ospedalizzazioni, mentre sul fronte vaccini calano le prime dosi somministrate e le inoculazioni al target 5-11 anni risultano «ancora non significative».
Pediatrie sotto pressione. E sono proprio i bimbi compresi in questa fascia d’età a destare sempre più preoccupazione, per almeno due motivi. Per l’incidenza delle infezioni, che su base settimanale, nel periodo considerato dal report, cioè dal 13 al 19 dicembre, è salita da 295 a 381 casi ogni 100mila persone: l’asticella più alta tra le categorie demografiche, seguita a ruota dal target 11-13 anni con 333 casi ogni 100mila bambini e ben staccata dalla media della popolazione siciliana, passata da 131 a 189 casi ogni 100mila abitanti.
Ma soprattutto per il numero di ricoveri, non suddivisi in fasce d’età dal Dasoe, ma sicuramente in rapida crescita. Per capirlo basta guardare i dati registrati nel mese in corso da Marilù Furnari, responsabile della direzione medica dell’ospedale pediatrico Di Cristina a Palermo: «14 bambini ricoverati finora di cui sei ancora in degenza, per fortuna tutti con sintomi non gravi, e tutti non vaccinati, o perché under 5 o perché ricoverati prima del via libera alle inoculazioni sul target 5-11 anni».