Gds: “Sicilia. Contagi e ricoveri, arancione più vicino”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla nuova ondata covid in Sicilia con la zona arancione che si fa sempre più vicina.
Oltre il 30% di saturazione dei posti letto disponibili per i pazienti Covid in area medica. È l’asticella raggiunta ieri dagli ospedali siciliani, la seconda delle tre soglie d’allerta arancione oltrepassate dall’Isola, mentre i contagi emersi nelle 24 ore sul territorio sfiorano il tetto dei 13mila casi. Tradotto in altri in termini, significa che, di questo passo, salvo improvvisi crolli della curva epidemiologica – peraltro possibili dopo le «caldissime» vacanze natalizie – o ulteriori accelerazioni della campagna vaccinale o rinforzi nelle strutture sanitarie, la Sicilia potrebbe ricambiar colore durante l’ultima settimana di gennaio, a meno di un mese di distanza dall’entrata in zona gialla. Più difficile, ma non impossibile, che il doppio salto mortale avvenga già lunedì prossimo. Dipenderà dal terzo parametro d’allarme, cioè dalla saturazione dei posti letto nelle terapie intensive, oggi al 16% contro il 20% fissato da Roma come livello critico, in rialzo di tre punti percentuali rispetto a domenica 2 gennaio.
La prima soglia dell’arancione, relativa all’incidenza settimanale del virus sulla popolazione e pari a 150 positivi ogni 100mila abitanti, è stata invece varcata da tempo, tanto che, allo stato attuale, l’Isola si trova a una quota nove volte superiore: ben 1384 casi ogni 100mila persone. E non si tratta certo dell’unico dato pesante messo a segno negli ultimi sette giorni, che hanno visto un rialzo del 141% di infezioni e un incremento di ricoveri del 38% in area medica e del 29% nelle terapie intensive. La curva epidemiologica, dunque, non dà segni di cedimento, e più crescono i contagi, più aumentano le difficoltà non solo nello screening, ma anche nel monitoraggio di fine isolamento per i tantissimi positivi asintomatici o paucisintomatici – oltre 110mila in tutta la regione il numero ufficiale, ma sottostimato. Ne sa qualcosa il call center della struttura emergenziale dell’area etnea, che in questi giorni, sottolinea il commissario Covid di Catania, Pino Liberti, «fa fatica a dare informazioni puntuali a tutti gli utenti, perché riceviamo in media circa 35mila telefonate al giorno, ma rispondiamo soltanto al 10% delle chiamate».