È l’ultimo innesto di una squadra che vuole subito tornare tra i professionisti: «Puntiamo alla promozione, poi per il numero di gol vedremo». Stando a quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilis”, Sforzini non vuole fare scommesse su se stesso, pur venendo da un’annata in doppia cifra con la maglia dell’Avellino. Una stagione terminata con la promozione in Serie C, lo stesso obiettivo che insegue il Palermo. «Questa è una piazza da accettare al di là della categoria, è un onore essere qui. Lunedì c’è stata un’accelerata e abbiamo chiuso subito. Il mio procuratore mi ha chiamato la scorsa settimana, dicendomi che c’era stato un riavvicinamento importante. Gli ho detto di non farselo scappare. Abbiamo chiuso martedì alle cinque e alle nove ero già qui. Sarò a disposizione dalla prossima, e sarà una partita importante, ma con un pubblico del genere al seguito sono tutte finali». Una piazza che ha già stregato Sforzini: «Questa è Serie A, non D. Ho visto che è stato fatto il record di abbonati, dobbiamo solo fare i complimenti a questo splendido pubblico e ripagarlo con i risultati. Sotto certi aspetti qui siamo ancora nel professionismo, e io voglio giocare da professionista serio. Se posso lavorare in modo migliore, lo faccio. Problemi con la Cavese? Con la proprietà c’erano divergenze, le loro idee non si sposavano col mio modo di vedere il calcio». Quei tredici minuti giocati con i campani in campionato, però, lo costringeranno ad aspettare la prossima sfida col Messina per poter esordire con la maglia rosanero: «Mi manca un po’ il ritmo gara, mi sono allenato da solo e questo è l’aspetto negativo. Faccio un po’ di fatica, ma pensavo peggio. Dopo Cava, aspettavo solo una chiamata importante, per fortuna è arrivata. Sinceramente aspettavo Palermo, perché mi guardavo intorno a Roma e mi chiedevo dove sarei potuto andare a giocare. Di società importanti, in D, ce ne sono poche. Qui si lavora bene, è tutto positivo. Quando hai in squadra gente così è anche semplice giocare insieme. Il campionato è lungo, credo che alla lunga ci sia bisogno di tutti. L’importante è arrivare all’obiett ivofinale. Pergolizzimi èsembrato molto diretto, sincero. Andremo d’accordo, perché lo sono anche io. Ripetere la cavalcata del Parma? In una società così, a chi non piacerebbe? Una cavalcata passa sempre dalla Serie D, però. Un passo alla volta».