L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Palermo e sullo score negli scontri diretti del tutto poco prolifico.
Un‘altra chance sprecata. Gli scontri diretti, quest’anno, non sorridono al Palermo. Questione di sfortuna, certo, ma non solo. Perché se in casa sono stati i rigori a decidere le sfide con Catanzaro e Avellino, in trasferta sono arrivate due sconfitte contro due squadre che – classifica alla mano – sono lì, insieme ai rosanero. Certo, Turris e Taranto non possono paragonarsi alle altre due avversarie incrociate nel cammino di queste prime dodici giornate, per ambizioni e per organico, ma allo stato attuale si ritrovano attaccate alla squadra di Filippi e sono due formazioni contro cui il Palermo non ha ottenuto nemmeno un punto.
Il Palermo ha affrontato quattro delle prime sette in classifica e ha battuto solamente il Foggia, in casa, con un netto 3-0. Per il resto, mancano il Monopoli e il Bari, che saranno ospiti al «Barbera» nelle ultime due gare casalinghe del girone d’andata, ma le altre sono state affrontate tutte. E il bottino, per i rosa, è a dir poco magro: un punto contro il Catanzaro, oltre al successo con gli uomini di Zeman.
L’Avellino, ottavo, per quanto distante tre punti, rientra tra le squadre che ambiscono alle posizioni di vertice. Solo per questo, però, quello di domenica rientra nel novero degli scontri diretti. Gli irpini, in realtà, si trovano ai margini della zona play-off, con un solo punto di vantaggio sul Picerno undicesimo. Ciò non toglie che contro di loro, il Palermo, abbia confermato la propria «allergia» a questo genere di sfide, almeno per questa stagione. C’entrano sempre i rigori, per carità. Quello sbagliato da Brunori col Catanzaro e quello concesso ai biancoverdi per un fallo inesistente di Peretti su Plescia sono i motivi per cui il Palermo ha raccolto solo due punti e non sei. Una differenza abissale, che oggi significherebbe portarsi a soli tre punti di distacco dalla vetta, occupata da un Bari che ancora non ha affrontato i rosa.