Gds: “«Scuole aperte o chiuse? Qui in migliaia rischiano la salute»”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulle scuole che continuano a rimanere aperte, nonostante l’assenza di alunni. C’è la presenza di personale ausiliario, tecnico e amministrativo, dirigenti scolastici e collaboratori dei presidi, anche durante la sospensione delle attività didattiche. Una situazione che fa gridare allo «scandalo» gran parte del comparto scuola. Si moltiplicano le proteste, i post sui social, le petizioni formali, in cui si chiede di «non navigare più a vista» e assumere interventi precisi per la scuola. Proprio dopo la firma dell’ultimo Dpcm del governo, ha cominciato a circolare una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in cui i dirigenti scolastici firmatari definiscono la sospensione delle attività didattiche fino al 3 aprile una misura «inadeguata a fronte della gravità della situazione. Mantenere le scuole aperte, anche se con personale ridotto al minimo, comporta, secondo una stima molto approssimativa per difetto, che tra amministrativi, tecnici, collaboratori scolastici, Dsga e dirigenti scolastici, circa 40 mila persone debbano uscire da casa per recarsi nelle scuole»; così i dirigenti scolastici sottoscrittori chiedono, «nell’interesse della salute di tutta la comunità, che venga decretata la chiusura delle istituzioni scolastiche». L’apertura delle scuole, in questo momento, è garantita «grazie anche alla presenza dei collaboratori del dirigente scolastico che si adoperano, nelle diverse forme e mansioni, all’organizzazione ed al coordinamento delle attività» rivendica Rosolino Cicero dell’Ancodis. «Ma non ha senso continuare a tenere personale amministrativo, dirigenti e collaboratori ogni giorno negli istituti, se non c’è nulla da fare, mettendo a rischio la salute di tutti» aggiunge Francesca Cannella, docente e collaboratrice della dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Alberico Gentili di Palermo. Il preside del liceo Danilo Dolci di Palermo, Matteo Croce, però, contesta l’opportunità della lettera rivolta al governo: «In tutta Italia le scuole hanno la sospensione delle attività didattiche, ma ci sono incombenze amministrative e burocratiche che non si possono spostare e che dobbiamo assolvere. O il sistema ferma per alcuni giorni tutte le scadenze che incombono sulle nostre teste, oppure non sono disposto a fare lo Schettino di turno, io sono un dirigente scolastico e come tale assolvo il mio compito secondo le direttive fornite dal ministero».