L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulle parole di Saric rilasciate ieri in sala stampa.
Se è a Palermo, è per «raggiungere ciò che la citta merita». Non si pone limiti, Dario Saric. E per questo che ha spinto pur di indossare la maglia rosanero, non quella che ha nell’armadio di casa, avuta in cambio da Jajalo quando venne a giocare al Barbera per la prima volta da giovane, ai tempi della militanza nel Carpi.
Altre epoche, per quanto di anni ne siano passati giusto tre. Già allora, però, qualcosa lo colpì: «Non è neanche da dire che Palermo meriti di andare su, penso e spero di restare per degli anni perché voglio raggiungere questo obiettivo e rimanere qui. E vero, c’erano altre squadre, ma l’affetto che ho ricevuto dai tifosi del Palermo e la voglia della società di portarmi qui mi ha solo dato carica. Tutto questo attaccamento si è trasformato in volontà di chiudere in tempi brevi».
La volontà sua non è stata quella dell’Ascoli, il club in cui militava fino a poco tempo fa, questo centrocampista bosniaco di sangue, ma italiano di nascita: «La scoria della mia famiglia purtroppo particolare per la guerra degli anni ’90. Io sono nato qui, ho fatto la scuola qui, sono cresciuto qui». Ed e in Italia the ha conosciuto il calcio, seguendo anche il Palermo e il calore del Barbera, che lo ha convinto anche a scartare proposte da società di Serie A «La voglia di portarmi qui ha inciso tantissimo, quando una società come il Palermo te lo fa capire, tutti ti dicono di venire, anche i tifosi, ho ricevuto tantissimi messaggi e questo è stato un incentivo in più».