L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulle nuove restrizioni anti-covid in arrivo.
Gli attuali dieci Comuni siciliani in zona arancione si moltiplicheranno presto. Perché al di là della zona gialla, che verrà introdotta in tutta l’Isola ai primi di gennaio, l’assessore alla Salute Ruggero Razza e i membri del Comitato tecnico scientifico riuniti ieri fino a tarda ora hanno messo nelle mani di Musumeci gli strumenti per aumentare ed estendere i divieti con grande facilità e in modo più chirurgico.
Omicron fa paura, tanta paura malgrado l’ottimismo dovuto al fatto che la maggior parte dei positivi è asintomatica. Sia Razza che Musumeci sono convinti che la zona gialla che il governo nazionale introdurrà in Sicilia e in un’altra decina di regioni ai primi di gennaio valga più o meno come un monito. Visto che a differenza della attuale zona bianca limita soltanto i posti a tavola nei ristoranti senza imporre chiusure.
Con i nuovi criteri di contrasto, che il Comitato tecnico scientifico ha discusso ieri insieme all’assessore, Musumeci potrà invece dichiarare rapidamente zona arancione o anche rossa tutti i centri dove verrà individuato un focolaio. E questa individuazione si baserà non più sugli indici tradizionali ma su target più bassi di contagio parametrati, fra gli altri, anche al dato di incidenza della popolazione che ha fatto la terza dose. E così la stretta che prevede chiusure dei locali e dei negozi e una vera limitazione degli spostamenti e della vita sociale si traduce nei piani di Razza anche in una indiretta incentivazione al completamento del ciclo vaccinale: «Sarà più facile e rapido dichiarare un Comune zona arancione o rossa» ha sintetizzato ieri Razza indicando che basterà un numero di contagiati inferiore a quello attuale e che meno peso avranno i ricoveri «anche perché per fortuna questa variante li rende meno necessari».