Gds: “Pronto soccorso congestionati. Pazienti del Civico trasferiti a Marsala. Il commissario per l’emergenza a Palermo «nuovi spazi prima che l’epidemia si aggravi»”
L’edizione odierna del Giornale di Sicilia si occupa della situazione legata ai pronto soccorso degli ospedali di Palermo, in cui iniziano a scarseggiare i posti letto. Sette pazienti positivi sono stati trasferiti dal Pronto Soccorso dell’ospedale Civico a quello di Marsala occupando così già un terzo delle ventisei postazioni a disposizione della struttura sanitaria trapanese.
Anche davanti al Paolo Borsellino, parte del quale è stato riconvertito in
tutta fretta per destinarlo al Coronavirus, si sono viste le stesse scene del
capoluogo con le ambulanze in coda e i malati all’interno in attesa del ricovero.
Queste le parole del commissario per l’emergenza Covid a Palermo, Renato
Costa:
«Un turn over normale considerato che anche noi abbiamo ospitato pazienti provenienti da quella provincia. Grazie alla rotazione abbiamo in città ancora un centinaio di posti ma se il trend dell’epidemia continua così non basteranno, ecco perché servono interventi alternativi».
La situazione dell’ospedale Civico sta mettendo in ginocchio tutti gli altri Pronto Soccorso della città: solo per fare un esempio, ieri sera, nell’area di urgenza di Villa Sofia stazionavano 75 persone, tra loro anche due codici rossi, con un indice di sovraffollamento record del 250 per cento ma in mattinata c’era stata la ressa tra le persone in fila che dovevano effettuare il
tampone prima del ricovero.
E anche il Pronto Soccorso del Buccheri La Ferla è in difficoltà, come ammette il direttore Rosario Favitta:
«Nonostante non siamo una struttura Covid, non siamo riusciti a ricoverare cinque pazienti e il Pronto soccorso si è dovuto fermare per la sanificazione perché il 118 ci ha portato una persona con difficoltà respiratorie poi risultata positiva».
Angelo Collodoro, vicesegretario regionale del sindacato dei medici
Cimo, lancia una proposta:
«Apriamo un padiglione dell’ospedale Militare di Palermo per i positivi che hanno necessità di un’assistenza a bassa intensità di cure. Se questa è una guerra, allora perché non ricorrere alle caserme? Ironie a parte, la verità è che manca la programmazione e non ci sono le strutture sul territorio. Ribadiamo ancora una volta che ci sono ospedali che potrebbero fare di più, mi riferisco ad esempio al Policlinico e all’ex Imi, il cui rifacimento è costato più di un milione di euro per garantire sessanta posti Covid rimasti solo sulla carta. Non capiamo perché questa struttura, visto l’aumento dei contagi, non venga nemmeno presa in considerazione».
La Fials Palermo mette in evidenza il dramma dei precari: «Al Civico la situazione è insostenibile – si legge in una nota -. Nonostante siano stati forniti tutti gli strumenti per adeguare gli organici, non si è voluto procedere al reclutamento del personale in previsione dell’aumento
dei casi di Covid-19».