L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla delicata situazione tra Ucraina e Russia.
Il Donbass è una polveriera già in fiamme. E un’auto esplode a Donetsk. «Quello che sta accadendo» nell’Ucraina dell’est «è molto preoccupante e potenzialmente molto pericoloso», ha ammonito il portavoce del Cremlino. «La situazione si sta deteriorando», ha rincarato Vladimir Putin, convinto che gli occidentali troveranno «una scusa» per infliggere sanzioni a Mosca senza rispondere alle sue istanze sulla sicurezza europea, che Berlino ha liquidato come «richieste da Guerra Fredda».
La tensione ieri è esplosa quando i leader delle due repubbliche separatiste, al suono delle sirene, hanno ordinato l’evacuazione dei civili in Russia e lanciato un appello alle armi sotto l’intensificarsi dei bombardamenti dell’artiglieria e lo scoppio di un’autobomba vicino al palazzo del governo di Donetsk, seguiti dal reciproco scambio di accuse tra secessionisti e ucraini.
Putin, che ha offerto 10.000 rubli (circa 120 euro) per ogni evacuato, continua a gonfiare i muscoli e a far sentire sempre di più i tamburi di quello che per gli Usa è un attacco imminente, dopo la mossa «cinica e crudele» di sfollare i residenti del Donbass e le «provocazioni» dei tiri di artiglieria. Nonostante il Cremlino continui a parlare di parziale ritiro, l’ambasciatore Usa presso l’Osce Michael Carpenter ha stimato che Mosca abbia ammassato sino a 190 mila effettivi «vicino e dentro» l’Ucraina, considerando anche le repubbliche secessioniste. Non solo. Oggi Putin supervisionerà le manovre delle sue forze strategiche insieme al suo più stretto alleato in questa crisi, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, a coronamento dei loro “war games” comuni.