L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Palermo che esce dal Barbera sommerso dai fischi dopo la sconfitta contro il Cittadella.

Mai come questa volta, i fischi piovuti sul Palermo sono stati così intensi, facendo riaffiorare antiche paure. Il Cittadella, per i rosanero, è fastidioso come un colpo di reni: giunge al Barbera in silenzio, gioca partite dure, rischia di capitolare ma, alla fine, esce sempre vittorioso. Conquista la sua seconda vittoria consecutiva, ancora per 1-0, e segna come di consueto sul finire della partita. Se il Cittadella è una sentenza, Pandolfi è la sua… Cassazione: il suo quarto gol contro il Palermo, il terzo consecutivo con il Cittadella, arriva sempre nei momenti decisivi, un incubo che si ripete per i rosanero.

Oltre alle statistiche, resta l’amarezza per questa seconda sconfitta stagionale al Barbera, una sconfitta maturata in una partita che il Palermo avrebbe meritato di vincere, soprattutto per quanto espresso nel primo tempo. Tante occasioni sprecate hanno reso la beffa finale ancora più amara, facendo sorgere dubbi sul futuro e sugli obiettivi della squadra. Sedici punti in dodici partite sono pochi, e la distanza dalle prime tre in classifica è preoccupante. Inoltre, il Palermo ha mancato l’appuntamento con una seconda vittoria consecutiva in casa, cadendo contro un avversario che appariva alla portata. Una sconfitta che rischia di pesare a livello mentale: partite come queste, se si vuole puntare alla Serie A, vanno vinte. Finora, al Barbera, il Palermo ha battuto solo la Reggiana, e questo è ben poco.

Ancora una volta, il Palermo ha mostrato due volti: brillante nel primo tempo, sbiadito nella ripresa. Dionisi, rispetto alla partita di Mantova, ha cambiato qualcosa in formazione, schierando Le Douaron come centravanti, mentre a destra è tornato Pierozzi e Verre ha preso il posto di Ranocchia a centrocampo. Il pressing alto del Cittadella ha messo inizialmente in difficoltà il Palermo, ma con il passare dei minuti Verre ha trovato le giuste posizioni, e il gioco dei rosanero è decollato. Il numero 26 ha creato scompiglio tra le linee difensive del Cittadella, permettendo al Palermo di sviluppare il gioco in verticale, sostenuto dall’entusiasmo dei ventimila tifosi, che hanno accolto con una standing ovation Fabrizio Miccoli.

Nonostante l’assedio del Palermo e le numerose occasioni, soprattutto con Insigne, è mancata la precisione sotto porta. Insigne ha sprecato almeno tre opportunità: al 20’, tirando debolmente da pochi metri su spizzata di Le Douaron; al 26’, concludendo male dopo essersi liberato in area, ignorando Le Douaron tutto solo; e al 28’, quando, servito ancora dal francese, ha sparato un tiro troppo debole. Anche Segre, prima di lui, non è riuscito a concretizzare un perfetto assist di Verre. Per il Cittadella, solo un’occasione con Pandolfi, neutralizzata da Desplanches.

Il Palermo ha speso molte energie nel primo tempo e nel secondo non è riuscito a mantenere la stessa intensità. Il gioco è diventato meno fluido, e Le Douaron si è visto annullare un gol per fuorigioco. Nedelcearu ha subito un colpo al volto da Kastrati, ma né l’arbitro né il VAR hanno rilevato irregolarità. Dionisi ha tentato di modificare la squadra inserendo Henry, Diakité, Lund e, infine, Brunori, schierando una sorta di 4-2-4. Tutto inutile. Proprio sul finire, Pandolfi ha segnato un gol spettacolare, lasciando il Palermo ancora una volta a mani vuote. Il tentativo finale di Ceccaroni su punizione di Di Francesco è stato fermato da un super Kastrati, e ai rosanero non è rimasto che raccogliere i fischi del pubblico.