L’edizione odierna di “Repubblica” parla del “falso nueve” provato da Pergolizzi contro il Licata. Il paradosso del finto nove. Il principale imputato per la sconfitta di Licata, nonostante al «Liotta» sia rimasto a secco, è il miglior cannoniere del Palermo. Il centravanti che non c’è, il brevilineo schierato da punta o il «falso nueve», alla spagnola, retaggio di un calcio che poco ha a che vedere con quello espresso finora dai rosa. Eppure l’attacco segna di più quando gioca con tre piccoli lì davanti che con i classici centravanti boa. I Ricciardo e gli Sforzini della situazione, insomma, hanno una media realizzativa inferiore rispetto a quella che i rosa hanno quando in avanti si gioca senza prime punte di ruolo – scrive il quotidiano-. In tutto il campionato, infatti, il Palermo ha giocato senza centravanti per un totale di 261 minuti, alternando nella posizione centrale i vari Santana, Ficarrotta e Felici, con qualche comparsata in questo girone di ritorno per Floriano e Silipo. Le reti realizzate dagli attaccanti, in queste situazioni, sono state tre: una ogni 87 giri di lancettePrima di Licata, addirittura,la media era di ungol ogni 67 minuti giocando con i piccoletti in attacco. Per fare un raffronto con chi è rimasto in panchina al «Liotta», Ricciardo segna un gol ogni 152 minuti, mentre Sforzini trova la rete con una cadenza di una rete ogni 115 minuti di gioco. L’unico in grado di far meglio è Lucca, ma il campione è decisamente troppo ristretto, avendo giocato in totale 60 minuti contro Biancavilla e Licata, segnando all’esordio in casa contro gli etnei – conclude il quotidiano -.