L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla città di Palermo sempre più violenta.
Sempre più giovani, sempre più armati. Coltelli, facili da reperire e da infilare nelle tasche dei pantaloni e felpe, almeno di due misure più grandi. È la «divisa» della generazione Alpha, adolescenti nati a metà degli anni Duemila e spesso figli di quella strada dove devi imparare a difenderti dalla violenza imperante tra coetanei. Armi da taglio e pistole, oggi appaiono anche quelle più usate tra gli adolescenti e non solo di notte, quando si muovono nella movida ormai avvezza a risse e ferimenti. Emergenza sociale che non ha più frontiere geografiche nemmeno tra quartieri della città.
Hanno 14 e 15 anni i due aggressori di Giuseppe, un trentunenne di Partanna Mondello che li voleva convincere a restituire la bici che gli avevano rubato. Ma la discussione in pieno giorno, alle 15 di domenica scorsa, gli è costata diversi fendenti che lo hanno fatto finire in ospedale. I venti giorni di prognosi inizialmente previsti per le sue dimissioni dall’ospedale ieri sono stati rimodulati dai medici: l’uomo aveva problemi a muovere un braccio (i colpi ricevuti sarebbero più numerosi di due) ed i sanitari di Villa Sofia lo hanno trattenuto per accertamenti. Ma oggi dovrebbe tornare a casa. Le indagini sono coordinate dalla Procura per i minorenni. I due ragazzini avrebbero preso la bici per venderla poi ad una terza persona. Il trentunenne si sarebbe quindi attivato per riottenere il possesso del bene ed avrebbe chiesto dei chiarimenti ai due che avevano preso la bicicletta. La discussione, avvenuta pare anche alla presenza del padre di uno dei giovanissimi, sarebbe poi degenerata in una lite in cui la vittima è stata aggredita dai due indagati che erano armati di coltello: i colpi alla schiena e al dorso, poi la richiesta di soccorso del giovane.