L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sui palermitani in squadra, attualmente solo uno, Andrea Accardi.
Ci fu il Palermo dei «picciotti» e c’è un Palermo «senza picciotti». Per uno strano scherzo del destino dall’inizio del campionato non un solo calciatore palermitano è stato impiegato da Giacomo Filippi. Cosa ancora più strana ricordando che il nuovo club ha fatto dell’orgoglio e dell’identità cittadina uno dei punti cardine. In D furono parecchi, in C lo scorso anno pochi e adesso con l’infortunio di Accardi non c’è un solo palermitano in squadra, a parte il giovanissimo Corona che non ha messo piede in campo.
Tutto questo a 26 anni esatti da una delle partite più entusiasmanti del Palermo che nella stagione 1995-95 arrivò ottavo in B e per tutto il girone di andata stazionò nelle primissime posizioni, sognando perfino la promozione in A. Quella squadra fu un «laboratorio» di talenti, in controtendenza con la stessa storia palermitana. Mai prima di quell’anno il Palermo aveva puntato tanto sui giovani locali, alcuni provenienti dal vivaio, altri arrivati per via traverse. Giovanni Ferrara, che da poco aveva rilevato le quote di Polizzi, fu obbligato a mettere insieme un gruppo in economia; Ignazio Arcoleo fu bravissimo a scegliere gli interpreti e ad allenarli insieme con Tonino De Bellis.