Gds: “Palermo. Un’altra banda di spaccaossa, tre fermi. Una donna: «Ero disperata, dissi di sì per pagarmi le cure»”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su una nuova banda di “Spaccaossa” per truffare le assicurazioni.

Un nuovo capitolo delle gesta degli spaccaossa, del mondo fatto di criminali e povera gente pronta a farsi procurare fratture per intascare i soldi delle assicurazioni simulando incidenti stradali. Gli agenti del commissariato Brancaccio hanno messo a segno un’operazione contro un gruppo specializzato nelle truffe alle compagnie ed hanno portato alla luce, dopo le decine di arresti degli scorsi anni, un altro contesto di miseria, disperazione e violenza in una città afflitta da mille mali e sofferenze profonde.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal pm Anna Battaglia, è sfociata in tre fermi: Vincenzo Maccarrone di 42 anni, residente in via Taranto, Giuseppe Zizza di 38, che non ha una dimora certa, e Matteo Corrao di 58, con casa in via Centuripe. I primi due sono in carcere, l’altro ai domiciliari. I magistrati avevano chiesto altri 5 fermi, ma il gip non li ha convalidati. Si tratta di Giovanni Pisciotta di 57 anni, residente in via Rocky Marciano, Lorenzo Catalano di 25 anni, domiciliato in via Gualtiero di Pelaria, Salvatore Costa di 39 anni, residente in provincia di Varese, Luca Poerio di 44, che abita nel Torinese, Gianpiero Bagnasco di 52 anni, residente a Varese.

Per Costa e Bagnasco è stato disposto l’obbligo di presentarsi negli uffici della polizia.
Complessivamente sono indagate 31 persone e tra queste diverse donne, che si sarebbero date da fare per aprire conti correnti intestati ai capi dell’organizzazione e che avrebbero deciso di farsi rompere le ossa in cambio di una manciata di soldi. Quindici di loro risultano percettori del reddito di cittadinanza, un beneficio che adesso dovrebbe essere revocato. I giudici, inoltre, hanno disposto il sequestro di beni del valore di oltre mezzo milione di euro: un magazzino in via Pergusa riconducibile a Zizza e due appartamenti in via fratelli Biglia e in via Anapo che farebbero parte del patrimonio di Maccarrone, nove tra scooter e auto, fra i quali una Range Rover Evoque, una Bmw X4 e una Mercedes.