L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul festino a Palermo.
Tutti vogliono poggiare la mano sul miracolo. Perché Santa Rosalia è festa sacra e lasciare una impronta sulla processione, sui fuochi d’artificio e sulla felicità ritrovata dei fedeli dopo due anni di liturgia imbavagliata dalla pandemia sembra diventata la priorità delle priorità. In questo momento, del resto, al sindaco resta poco spazio di manovra per altro. Il dialogo maggiormente impegnativo è con gli apparati burocratici dell’amministrazione. Intanto il Festino s’ha da fare e si farà, con l’aiuto di Dio e degli uomini. Dalla Diocesi fanno sapere che è questione di pochi giorni per avere le interlocuzioni operative con il neo sindaco.
Ma intanto l’ex primo cittadino, Leoluca Orlando, rivendica il ruolo da protagonista, da canto del cigno, con la firma alla direttiva per la valorizzazione del percorso Arabo-Normanno (Palermo, Cefalù e Monreale) che prevede lo stanziamento di somme destinate anche alla realizzazione delle prossime celebrazioni: subito disponibili – attraverso il prelevamento dal fondo di riserva ordinario del bilancio dell’ente per il 2022 – 55 mila euro per l’evento religioso. «Canto contro la peste» è il titolo di questa edizione e l’analogia è fin troppo chiara: la peste allora, la pandemia oggi. Nonostante qualcuno lo abbia messo in dubbio, la Santuzza tornerà quindi a riconquistare i vecchi fasti e a sconfiggere (magari) anche la nuova epidemia, il Covid 19, che continua a serpeggiare con i contagi in aumento.
I preparativi fervono e coinvolgono più parti. A tre settimane dalle celebrazioni, la nuova macchina organizzativa è partita con la prima riunione del comitato di direzione artistica avvenuta due giorni fa per definire i contenuti del Festino. Il sindaco Lagalla, che è anche un medico, ha chiesto al comitato organizzatore di coinvolgere nelle celebrazioni il personale sanitario, della protezione civile e delle forze dell’ordine che hanno avuto un ruolo fondamentale nella lotta al virus in questi due anni.
Nella task force pure l’ Università degli studi, i teatri Massimo e Biondo, il Conservatorio, l’Accademia di Belle Arti, la fondazione Brass Group, a cui si affiancheranno altre istituzioni culturali e tutti i migliori soggetti culturali della città metropolitana per progettare un Festino corale che sia il segno di unmovimento verso il futuro, la cifra di un modo collettivo di governo della città, lapostura di una politica che guarda al bene comune, ha sottolineato in un post su facebook l’architetto Maurizio Carta, pro rettore dell’ateneo.