L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla questione allagamenti a Palermo.
Gli allagamenti in città sono una grana difficile da eliminare. Specie quando cade acqua a secchiate, come l’altra notte quando dal cielo è venuta giù una quantità d’acqua impressionante che ha provocato l’esplosione dei tombini, l’allagamento di scantinati e negozi. Nella zona di Partanna Mondello, fra le più colpite, acqua e fango anche nei salotti delle case.
L’Amap, che gestisce anche il sistema di pulizia delle caditoie stradali, in questi mesi ha potuto constatare un fenomeno abbastanza diffuso che, sicuramente, aggrava la situazione. E cioè che i tombini in qualche caso sono sigillati direttamente dai residenti con mezzi di fortuna oppure con una tecnica più professionale: chiusi con la fiamma ossidrica. La ragione di questi atteggiamenti soprattutto in estate, quando il caldo favorisce la proliferazione di blatte e ratti che proprio dalle caditoie trovano vie di fuga. E per evitare che questi sgraditissimi ospiti prendano la via di giardini o, peggio, di appartamenti, molti pensano bene di murare quelle che pensano siano le tane.
«Il fenomeno lo abbiamo potuto verificare attraverso i nostri operatori che effettuano gli interventi di spurgo e pulizia – spiega Alessandro Di Martino, amministratore unico dell’azienda di via Volturno -. Ci segnalano tombini otturati alla meno peggio che poi noi dobbiamo fare ripristinare».