Gds: “Palermo. Tariffe della Tari, è di nuovo battaglia”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla Tari e sulle battaglie in merito alle tariffe.

Da una parte la premura di approvare il Pef Tari (la somma dei costi che determina la tassa sui rifiuti) entro la fine del mese, come sostiene il ragioniere generale, Paolo Bohuslav Basile, dall’altro la pressione per evitare un appesantimento della tributo sulle tasche dei cittadini utilizzando ancora una volta i fondi statali stanziati per fronteggiare le difficoltà causate dal Covid. È questa l’ultima emergenza che deve affrontare il Consiglio comunale per evitare che non si faccia in tempo – come l’anno scorso, del resto – a fissare le nuove aliquote e mandare i bollettini con i vecchi importi.

Andiamo con ordine. La metà degli extracosti affrontati dalla Rap per trasportare i rifiuti fuori città non graveranno più sulle tasche dei contribuenti «domestici» perché il Comune ha ristorato l’azienda utilizzando 13 milioni del cosiddetto «fondone 2020» stanziato dal governo nazionale per fronteggiare le minori entrate e le maggiori spese a causa della pandemia. Una decisione che fu presa dopo una battaglia d’aula. In principio, infatti, la giunta nella prima delibera sul Pef Tari, che a luglio non fu votata, aveva previsto aumenti della tassa per circa 8 milioni all’anno per tre anni. Il sospetto di molti era che l’amministrazione volesse aumentare la tassa per pagare a Rap gli extracosti e utilizzare i fondi statali per pareggiare il bilancio che, come è noto, è in evidenti difficoltà. Il presidente Salvatore Orlando – quasi con una battaglia solitaria d’aula – arrivò, anche attraverso alcuni pareri del ragioniere – a fissare il principio che si potessero usare i ristori dello Stato per evitare di tartassare le famiglie e che «gli aiuti potessero essere rivolti indistintamente a tutti i cittadini» e non solamente alle categorie produttive per le quali c’era peraltro il fondo perequativo della Regione.