L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla questione Tari a Palermo.
Per commercianti e altre categorie produttive la beffa arriva con Babbo Natale. Il 2 dicembre scade il termine per il pagamento del saldo Tari e dovranno pagarla per intero. Niente sconti, niente agevolazioni, niente aiuti: zero. Si è passati dalla promessa di garantire alla cosiddette «utenze non domestiche» uno scomputo del 95 per cento sull’ammontare della tassa per sostenere chi è stato costretto a rimanere chiuso per la pandemia, alla delusione di dovere pagare il 100 per cento.
Cronache da una città dove le ciambelle quasi mai vengono col buco. Ma questa volta la responsabilità diretta non è dell’amministrazione perché le somme del fondo perequativo dal quale attingere le risorse per sostenere la misura dovevano metterli in parte lo Stato e in parte la Regione: in tutto 24 milioni di euro.
Non ci sono, non sono mai arrivati. E l’ufficio Tributi non ha potuto far altro che procedere come se fosse un anno normale. Marcello Susinno, consigliere di Sinistra comune, spiega che tra molte attività come sale cinematografiche, alberghi, discoteche «auspicavano di ricevere gli importi compensati». L’esponente politico ha chiesto lumi al settore di riferimento e ha avuto quella che è a tutti gli effetti una doccia gelata per chi sperava in questa forma di aiuto.