L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sullo score negativo in trasferta del Palermo.
Un tabù da sfatare per non peggiorare la striscia di un anno fa. Il Palermo ha mancato l’appuntamento con la vittoria nelle prime quattro gare esterne della stagione e in casa della Turris, dove nello scorso campionato ha ottenuto i tre punti, vuole porre fine a questo digiuno. Nel 2020, la prima vittoria in territorio ostile arrivò pure al quinto tentativo, contro la Juve Stabia, dopo le sconfitte con Teramo e Bisceglie e i pareggi di Terni e Catanzaro.
Un andamento peggiore rispetto a quello attuale, dato che la squadra di Filippi ha raccolto comunque tre punti, frutto però di tre pareggi e una sconfitta. Vittorie, ancora, non ne sono arrivate. E se non dovesse arrivare nemmeno al «Liguori», per i rosanero si tratterebbe del secondo peggior avvio esterno di sempre in Serie C. Il record negativo, per quanto non auspicabile, evoca comunque dolci ricordi.
La peggiore astinenza in trasferta in Serie C, infatti, il Palermo l’ha vissuta nella stagione 1992/93, quella conclusa con la vittoria del campionato e della Coppa Italia di C. Una «doppietta» divenuta possibile nonostante una partenza da incubo lontano dall’allora «Favorita». Gli uomini di Orazi, infatti, riuscirono a vincere la prima partita lontano dal proprio stadio solamente all’ultima giornata del girone d’andata, dopo otto gare senza mai ottenere successi (sei pareggi e due sconfitte). C’è da dire, però, che all’epoca la vittoria valeva ancora due punti e i distacchi dalle concorrenti, per forza di cose, non pativano questo digiuno di affermazioni esterne. Prima di spezzare l’incantesimo in trasferta, vincendo 3-0 contro il Chieti, il Palermo era comunque secondo in classifica ad un solo punto dalla capolista Acireale, il tutto facendo la metà dei punti in trasferta rispetto agli acesi: 12 contro 6. Se la vittoria fosse valsa tre punti anche all’epoca, la differenza sarebbe stata addirittura di nove lunghezze.