Gds: “Palermo. Sulle tracce dei selvaggi della movida”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla movida selvaggia a Palermo.

Gli avevano dato la caccia la notte del 3 febbraio scorso per vendicare, si sarebbero poi giustificati, l’amico che era stato picchiato e per un orologio rubato. Per questo in tre s’erano messi a battere le strade del centro quel giovedì notte e quando, alle 3,45, avevano sorpreso all’incrocio tra via Roma e corso Vittorio Emanuele il ragazzo dal
nome arabo ma loro concittadino (e coetaneo) lo avevano pestato a sangue. E le telecamere di videosorveglianza di un negozio avevano registrato tutto: pure la chiazza
rossa rimasta sulle basole accanto al giubbotto della vittima. Sono tre gli arrestati dai carabinieri della stazione Oreto per un pestaggio brutale nella movida violenta del
centro storico. Avrebbero colpito a calci e pugni in testa, armati pure di una bottiglia di vetro, un giovane che era finito in ospedale con una prognosi di 12 giorni.

E si erano accaniti contro la vittima pure quando era ormai a terra e col volto insanguinato, fermandosi solo per l’arrivo di una pattuglia di militari. Si tratta di Fabio Mancuso, 30 anni, residente in via Cusa ma domiciliato a Castellana Sicula, Marco Lo Bianco, 25 anni, nato a Cefalù, e Luixhi Halili, 22 anni, di Termini Imerese, tutti posti agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico su disposizione del gip Clelia Maltese. Mancuso non si era fermato nel pestaggio nemmeno quando aveva visto i carabinieri.

I suoi amici, invece, erano scappati. La vittima, dopo le cure in ospedale, alle 8 del mattino s’era presentata dai carabinieri per denunciare tutto. Aveva detto di essere stato aggredito e picchiato da tre ragazzi che non conosceva e che l’avevano seguito per «un breve tratto» e poi «accerchiato» davanti al negozio all’incrocio tra via Roma e corso Vittorio Emanuele fino a farlo cadere a terra. Un racconto in linea con quanto registrato dalla videosorveglianza che aveva registrato la furia dell’aggressione.

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Redazione Ilovepalermocalcio