Gds: “Palermo. Spaccaossa, lievi sconti ma 28 condanne”

Le truffe con i falsi incidenti a disagiati disposti a farsi procurare fratture per pochi spiccioli

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulle 28 condanne delle Spaccaossa.

Ventotto condanne e quattro assoluzioni. È il verdetto emesso ieri dalla Corte d’appello nel processo agli Spaccaossa, che ha visto alla sbarra gli imputati coinvolti nei blitz Tantalo e Tantalo 2 che permisero di fare luce su una serie di truffe milionarie ai danni di diverse compagnie assicurative. Dalle indagini venne svelato un sistema che avrebbe reso ingenti quantità di denaro ai presunti organizzatori dei raggiri e pochi spiccioli alle vittime, cercate per lo più tra persone in difficoltà economica, che avrebbero acconsentito a farsi fratturare e poi a dichiarare che quelle ferite erano state provocate da incidenti stradali in cui erano rimasti coinvolti. Ma che in realtà non erano mai avvenuti.

Gli investigatori, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, accertarono che quelle fratture avvenivano in magazzini o stalle con l’uso di mattoni o pesi per palestra. L’indagine condotta dai pm dei pool coordinati dai procuratori aggiunti Sergio Demontis e Ennio Petrigni e da cui sono sfociati vari filoni culminati con le operazioni condotte nel tempo da polizia, carabinieri e guardia di finanza, aveva preso origine dalla morte di un giovane tunisino, Yacoub Hadri, deceduto in uno strano incidente avvenuto il 9 gennaio 2017 a Brancaccio. Dalle perizie venne fuori che le lesioni riportate dalla vittima erano incompatibili con la dinamica dell’incidente. Si scoprì poi che Hadri non era sopravvissuto proprio alle fratture che gli erano state provocate dagli spaccaossa per simulare l’incidente. Ieri la prima sezione della Corte d’assise d’appello (presidente Mario Fontana), dopo oltre 24 ore di camera di consiglio nell’aula bunker di Pagliarelli, ha confermato che non fu omicidio volontario e ha rimodulato le pene, concedendo sconti a tutti gli imputati. Le condanne di primo grado erano state emesse a settembre di due anni fa dal gup Giulia Malaponte, al termine del processo con l’abbreviato.

Ieri le condanne sono state inflitte a Carlo Alicata (4 anni, 10 mesi e 20 giorni, in primo grado aveva avuto 6 anni); Gaetano Alicata 2 anni e 4 mesi (3 anni); Salvatore Di Gregorio 2 anni e 2 mesi (2 anni e 6 mesi); Salvatore Arena 1 anno (4 anni); Monia Camarda 3 anni e 2 mesi (3 anni e 8 mesi); Mario Modica 6 anni e 2 mesi (7 anni e 10 mesi); Gioacchino Campora 5 anni, 2 mesi e 20 giorni (7 anni e 6 mesi); l’avvocato Graziano D’Agostino 3 anni e 4 mesi (5 anni e 4 mesi), Francesco Faija detto Berlusconi, 14 anni, 8 mesi e 26 giorni (14 anni e 10 mesi); Salvatore Di Liberto 2 anni e 4 mesi (6 anni); Isidoro Faija 10 mesi (2 anni e mezzo), il perito assicurativo Mario Fenech (3 anni e 4 mesi); Antonio Giglio 2 anni e 2 mesi (3 anni e 10 mesi); Gesuè Giglio 16 anni e 2 mesi (16 anni e 4 mesi); Piero Orlando 2 anni e 6 mesi (2 anni e 10 mesi); Domenico Schillaci 3 anni, 10 mesi e 20 giorni (4 anni e 10 mesi); Francesco La Monica 7 anni (7 e 2 mesi); Giovanna Lentini 2 anni, 2 mesi e 20 giorni (3 anni e 4 mesi); Giuseppe Mazzanares 4 anni, 6 mesi e 20 giorni (4 anni e 10 mesi); Rita Mazzanares 8 anni, 7 mesi e 10 giorni (8 anni e 10 mesi); Giovanni Napoli 2 anni, 8 mesi e 20 giorni (3 anni); Cristian Pasca 3 anni, 6 mesi e 20 giorni (3 e 10 mesi); Giuseppe Portanova 4 anni e 2 mesi (7 anni e 10 mesi); Alfredo Santoro 14 anni, 1 mese e 10 giorni (15 anni); Antonino Santoro 4 anni, 1 mese e 10 giorni (6 anni); Letizia Silvestri 2 anni e 2 mesi (7 anni); Maria Silvestri 3 anni e 8 mesi (3 anni e 10 mesi) e Massimiliano Vultaggio 3 anni (6 anni e 6 mesi). Gli assolti, invece, sono Filippo Anceschi, Vittorio Filippone, Alfonso Macaluso e Maria Mazzanares. Erano difesi tra gli altri dagli avvocati Salvo Priola, Antonio Turrisi, Enrico Tignini, Jimmy D’Azzò, Salvatore Vallone e Riccardo Bellotta.