L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla situazione relativa al sindaco di Palermo.
Dall’assemblea nazionale di Italia viva, Matteo Renzi spinge la candidatura di Davide Faraone a sindaco. E chiede il sostegno a tutte le forze con cui avviare un nuovo disegno politico, Pd in primis. Insomma, getta un sasso nelle malmostose acque
palermitane dove l’area del centrosinistra fatica a chiudere il cerchio in vista delle prossime elezioni amministrative. L’ex presidente del Consiglio, dopo avere indicato Faraone nel corso della Leopolda, a Firenze, torna sull’argomento. E dice: «A giugno faremo l’assemblea degli amministratori, la faremo in una città simbolo. Mi piacerebbe che gli amici alleati raccogliessero la proposta che abbiamo lanciato alla Leopolda e arrivassero a congiungere tutte le nostre forze sulla candidatura di Davide a Palermo. Sarebbe bello farla lì con lui sindaco».
Il leader ci crede, insomma, e chiama il centro, i moderati e i riformisti a convergere sul nome del presidente dei senatori di Iv, battezzando quel laboratorio che potrebbe inaugurare una nuova stagione politica. Insomma, il nodo della candidatura del renziano è uscito dal terreno del posizionamento di partito, per entrare in quello politico del perimetro delle alleanze. Quando Renzi parla di «amici alleati» , a chi si riferisce? I bene informati ritengono con sufficiente certezza che lui abbia in mente un’area che va da Forza Italia al Pd, includendo ovviamente tutte le formazioni
centriste da Azione a +Europa. E il ragionamento sembra non essere
estemporaneo, ma calibrato su alcune interlocuzioni romane, se non trattative in piena regola, del capo di Iv che lavora al campo largo a sostegno di Faraone.