L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Palermo e sulla sconfitta rimediata ieri a Brescia.
Il veleno è in coda. E il gol di Adorni al 90’ è il giusto epilogo di una partita che il Palermo ha giocato solo per un tempo, il primo. È amarissimo il debutto dei rosanero in Serie B, ancora peggio di un anno fa. Vero che allora il Palermo di Corini pareggiò in nove a Bari, ma stavolta è andata anche peggio visto che al Rigamonti è arrivata una sconfitta, proprio come a marzo scorso. Un risultato che fa tornare con i piedi per terra una squadra che pochi giorni prima era stata capace di battere in trasferta il Parma in Coppa Italia e che provoca un travaso di bile agli irriducibili (più di 400) che si sono presentati a Brescia e a tutti i tifosi che hanno visto la partita davanti alla TV.
Una partita che il Palermo aveva iniziato con il piglio giusto, sempre con il suo 4-3-3 armonico e con la stessa squadra che aveva eliminato il Parma in Coppa Italia. Ma stavolta lo show (se così si può chiamare…) è durato solo un tempo. Nella ripresa, infatti, la squadra di Dionisi è scomparsa, lasciando campo al Brescia sin dal primo minuto, come se fosse stordita dal caldo (ce n’era tanto anche a Brescia) e dall’improvvisa verve delle «rondinelle». L’undici di Maran, a poco a poco, ha preso campo, creando i presupposti per il gol che – come nella peggiore tradizione del Palermo – è arrivato in coda, quando il pareggio sembrava ormai in ghiaccio.
Nonostante ciò e senza Gomis che nel frattempo s’era fatto male in uno scontro con Borrelli (esordio anche per Desplanches), nulla lasciava presagire quello che è successo nella ripresa. Il rientro negli spogliatoi è stato vitamina per il Brescia e bromuro per il Palermo che all’improvviso s’è trovato con le gambe di legno e il fiato corto. Bravo anche Maran ad allargare Olzer e Galazzi per dare ampiezza e provare a fare superiorità nell’uno contro uno. Mosse che hanno pagato perché tutto il Brescia è cresciuto sia tecnicamente che fisicamente. Le prime avvisaglie ci sono state con una conclusione alta di Cistana dopo 3’, occasione che però è stata subito replicata da quella di Ranocchia, il cui tiro a giro è stato deviato in angolo da Lezzerini. E questo è stato l’ultimo lampo del Palermo che da lì in poi s’è asserragliato nella sua metà campo. Il Brescia ha giocato al tiro al bersaglio e, dopo essere stato graziato da Bertagnoli (alto da tre metri), Desplanches s’è fatto trovare pronto su Borrelli (due volte), Bertagnoli (colpa dello stesso portiere che ha sbagliato un disimpegno) e Verreth. Dionisi ha tirato fuori Ranocchia e Di Francesco, sperando di trovare forze fresche in Saric e Di Mariano. Poi è stata la volta di Henry (per Brunori) e Buttaro (per Lund) ma nessuno è riuscito a dare sostanza come il tecnico si aspettava. E ad un minuto dalla fine, con il Rigamonti che spingeva forte, è arrivata la doccia fredda che ha riportato alla mente tante altre partite della passata stagione. Dickmann ha recuperato un pallone sulla trequarti, s’è bevuto Di Mariano, ha crossato e Adorni – tutto solo – ha colpito nel presepe rosanero regalando la vittoria al Brescia. C’erano ancora i quattro minuti di recupero, ma il Palermo ormai era in riserva da tempo, figuriamoci se poteva recuperare la partita.
La stagione inizia malissimo, fare drammi non ha senso ma all’orizzonte ci sono altre due trasferte da brividi con Pisa e Cremonese. La speranza è che Dionisi riesca a lavorare anche sulla testa di questa squadra, perché quel secondo tempo è stato una fotocopia di tanti altri visti un anno fa. E se si vuole andare in Serie A non è questa la strada giusta.