Gds: “Palermo. Rotoli, le bare tornate dall’oltretomba”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sui Rotoli di Palermo.

Dall’oltretomba e ritorno. Succede anche questo nel cimitero della vergogna, dove ai morti in attesa di tumulazione si sono aggiunti negli ultimi giorni quelli fortunosamente e per «imposizione» del Comune ospitati negli anni in sepolture e cappelle private. Nella Sala Bonanno, primo storico hospice dei defunti senza capolinea, fanno ora l’apparizione due salme sfrattate dal riposo eterno per fare (giustamente) posto a chi ne aveva preventivo diritto o ai concessionari che contro quella ospitalità obbligatoria, legata già a una emergenza nel camposanto, hanno fatto ricorso al Tar e l’hanno vinto.

Le casse sporche di terra e rimesse sui pavimenti del deposito sono di un uomo scomparso nel 2014 e di una donna seppellita nel 2016. Vicine di banco della salma più «datata» in lista d’attesa ai Rotoli: è lì da oltre due anni (decesso nel marzo del 2020) e sempre alla luce del sole rimane. Più avanti, una bara scoppiata, richiusa in un’altra di alluminio, come fosse da conservare con la carta Domopak: è nuovamente aperta e i piccioni hanno lasciato evidente traccia del loro passaggio. Fine della pietà, del decoro, della decenza. E questo avviene nelle strutture quantomeno coperte da un tetto.

Chissà cosa ne sarà di quelle che cominciano a vedersi anche fuori dai rifugi temporanei, lasciate sotto sole e pioggia, come barche in un’isola deserta. Nel limbo, oltre mille. È solo l’ultimo flash, la desolante fotografia del disastro annunciato. «Auspico che la prossima amministrazione possa veramente occuparsi della questione dei campi di inumazione – commenta Antonino Randazzo, che nei giorni scorsi ha fatto il sopralluogo al cimitero con gli altri consiglieri della IV Commissione -. I campi da anni non vengono movimentati e sono il grande, vero problema di questa città. Occorre che tutti ci impegniamo affinché vengano nuovamente riattivati ed è quello che chiederò anche al candidato sindaco Miceli».

Ma in questo momento la priorità è mettere in sicurezza il cimitero delle oltre mille bare senza destinazione finale. Ieri nuova chiusura al pubblico per permettere il sopralluogo dei tecnici comunali di Ville e Giardini sulla stabilità degli alberi. «La situazione è tragica – dice il capogruppo della Lega Prima l’Italia, Igor Gelarda -. Ci sono una quarantina di cipressi secolari da abbattere, perché a rischio schianto. Alcuni sul viale principale, particolarmente pericolosi per il gran numero di utenti che passano da lì. Ho chiesto che non si chiuda, ma che si intervenga immediatamente, transennando le parti in cui lavorare e che si interdica l’accesso alle autovetture. È terribile abbattere questi alberi che hanno valore storico, ma non ci sono altre soluzioni».