L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’emergenza ai Rotoli di Palermo.
Sono tornati a riempirsi i depositi e si rivedono le bare dei defunti sui pavimenti al cimitero dei Rotoli. Succede anche nella saletta d’ingresso del camposanto dove il personale, che entra a timbrare il cartellino, deve fare un esercizio ginnico per evitare di calpestare i feretri posizionati proprio ai piedi del lettore del badge. Non sono molte, circa quattro, ma fanno suonare la sirena dell’allarme. La crisi delle sepolture si aggroviglia su se stessa, come la pellicola di un film riavvolto che ricomincia daccapo. Il degrado resta latente, nonostante tutti gli sforzi del Comune e dell’assessore Toni Sala: quando si è seduto sulla nuova poltrona, lo stato di salute del camposanto era già quello di un paziente in coma profondo. L’iniezione di adrenalina necessaria per provocare uno shock e fare ripartire il cuore della macchina organizzativa e burocratica non è stata così potente da risalire la china dell’agonia. Che è il quadro, la fotografia triste della gestione dei legacci: troppe idee, pochi soldi per realizzarle, progetti mordi e fuggi, scappatoie approssimative, terreni da trasformare in campi di inumazione. Ma non se ne esce, almeno finora, a pochi mesi dal giro di boa che vedrà passare la palla al nuovo sindaco e alla sua partnership: nel caso dell’emergenza cimiteriale, servirà una «corte» dei miracoli.
Intanto, anche con i morti, si devono rifare i conti. Degli oltre 900 (qualcuno suggerisce maliziosamente che sarebbero già mille) stipati in attesa tra magazzini e tensostrutture, solo 90 hanno formalizzato con il saldo della fattura il trasferimento a Sant’Orsola. I viaggi, ripresi da poco dopo la serrata delle agenzie funebri che attendevano (anche loro) il pagamento per i trasporti, procedono comunque a rilento. In teoria, dovrebbero partite 12 defunti ogni due giorni, ma serve prima il sigillo dei medici dell’Asp a garanzia delle buone condizioni sanitarie della bara. Finora, però, era una ricerca fatta quasi al lumicino, con le salme sparpagliate senza un elenco preciso nei depositi. Adesso saranno cercate e poi fatte trovare in un unico posto, in modo da sveltite le pratiche e ottenere velocemente i certificati. Capitolo sporcizia, con cestini e bidoni stracolmi di rifiuti che aggiungono un’altra ferita all’immagine già sfregiata di tombe e lapidi. Al cimitero sono in forza 9 dipendenti comunali, 4 amministrativi e 5 addetti appunto alla pulizia.