L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’emergenza Rotoli a Palermo.
Dormono sulla collina. In mezzo alle erbacce e nell’abbandono più totale. Nonno Ciccio, nonna Serafina, Grazia, Salvatore Carmela e gli altri. Nonno Ciccio era nato a Piazza Acquasanta, di fronte al mare. In vita era stato un lavoratore instancabile. Meccanico radiatorista, era appassionato di pesca e se serviva una mano in casa sapeva fare un po’ di tutto. Adesso si trova nella sezione 477 del cimitero dei Rotoli sepolto dalle erbacce alte circa due metri, tra lapidi divelte e croci di ferro buttate per terra. A denunciare le condizioni delle sepolture, Loredana C. che insieme al marito Marcello era andata a fare visita al suocero, all’indomani della festa del papà. «Inizialmente nemmeno lo trovavamo – racconta al Giornale di Sicilia – abbiamo dovuto cercare la sua lapide in mezzo alla boscaglia. Mio marito sembrava Indiana Jones».
Mentre si faceva largo tra le piante, alla ricerca del padre, Marcello ha inavvertitamente calpestato qualche tomba. «Purtroppo è capitato anche questo – spiega Loredana amareggiata – abbiamo dovuto cercarlo calpestando altri defunti; c’erano croci di ferro buttate per terra, mio marito se ne stava conficcando una nel piede. Fortunatamente nessuno si è fatto male». Marcello e Loredana non andavano nella parte alta del cimitero, limitrofa al forno crematorio, da un paio di mesi. L’altra figlia, Bianca, era passata a trovare il papà Ciccio di recente, più volte, ma aveva poi dovuto sospendere le visite a causa della condizione del terreno.