L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul caos ai rotoli di Palermo.
Risuona lo stesso refrain, con il disco che si inceppa su una parola e non fa mai finire la canzone. Quella parola, per il cimitero dei Rotoli, potrebbe essere «ancora» o «impossibile», perché dallo scorso anno le bare in attesa sono raddoppiate, i depositi scoppiano (letteralmente), nuovi posti nei campi coperti dalle erbacce non ce ne è e ora si aggiunge pure la sporcizia.
Le cronache della campagna del Giornale di Sicilia hanno fotografato una realtà impietosa dalle salme prima a terra e poi sollevate sui tubi dei ponteggi anche per anni nelle tensostrutture installate sui viali principali per contenere le centinaia di morti in attesa di trovare il riposo eterno. E ancora, il percolato fuoriuscito da alcuni feretri «spaccati», il forno crematorio guasto e l’inchiesta della magistratura sul business illegale per la compravendita di sepolture.
Prima di Natale, a coronare tanta vergogna, è arrivata la pioggia che ha fatto galleggiare alcuni feretri dentro i tendoni squarciati in più parti. «Siamo stati testimoni di scene raccapriccianti – spiega Igor Gelarda, capogruppo della Lega che sabato mattina ha fatto un sopralluogo al camposanto -. Adesso manca pure la pulizia dell’intera struttura, con rifiuti nei canali di scolo delle acque bianche, nei cestini stracolmi e nei cassoni adibiti alla raccolta dei fiori secchi».