Gds: “Palermo. Rotoli, 1600 i morti a rischio di…sfratto”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla situazione relativa ai Rotoli di Palermo con molte salme a rischio “sfratto”.
La carica dei 1600 defunti pronti a essere sfrattati dalle tombe private dove sono rimasti per anni sepolti a forza di ordinanze, carte bollate, ricorsi al Tar. Ad oggi, è questo il numero del potenziale esercito di defunti che potrebbe ritornare nei depositi temporanei già intanto saturi: fino a ieri, secondo il report fornito dal Comune, ci stazionavano 634 destinati alle inumazioni e 385 in attesa di loculo. Oltre a quelli che una cappella ce l’hanno, ma è nella parte interdetta del camposanto. Diciamo che il totale di 1019 andrebbe arrotondato. Ma tant’è. Poco fa la differenza, a questo punto. Dal 2008, il cimitero dei Rotoli è una enciclopedica, monumentale (per natura) opera ammalata di cronici disagi, di cinghiali che passeggiano nei viali (ora forse si è risolto), di pezzi di costone che si staccano e crollano sulle lapidi dei campi di inumazione, sempre più ridotti negli spazi e arretrati di molti metri rispetto alla geografia iniziale del camposanto.
Ma sono i feretri lasciati sui pavimenti e in ogni dove a fare gridare allo scandalo. E diventano la miccia per uno scontro nel centrosinistra. Franco Miceli, candidato a sindaco, lancia il progetto di un nuovo cimitero metropolitano e promette il pugno duro nella gestione dell’emergenza: «Le bare accatastate sono uno scandalo, una ferita aperta che non possiamo tollerare – attacca – Finché l’ultima salma non sarà sepolta nessun assessore, tecnico dell’area, dipendente, dirigente, andrà in ferie». Come è potuto accadere? «Difetti di pianificazione certo, ma anche un sistema clientelare che le inchieste giudiziarie hanno scovato e smantellato – continua l’architetto -. Sono stanziati già 12 milioni e mezzo. E allora individuiamo subito l’area che deve servire in chiave metropolitana per un nuovo camposanto, moderno e con un sistema evoluto di monitoraggio delle disponibilità, che deve essere realizzato nel minor tempo possibile anche in project financing».
Pronta la replica dell’attuale assessore Toni Sala, candidato al consiglio comunale per il Pd nella stessa coalizione: «Sull’emergenza cimiteri in tanti fanno demagogia, senza sapere neanche di cosa parlano – dice – . Spiace che perfino Franco Miceli cada in questo errore, dimostrando di preferire i fantasiosi proclami alle risposte concrete, pur essendo il candidato delle forze politiche che governano la città. Dovrebbe informarsi bene prima di parlare e avrebbe saputo che l’area del nuovo cimitero è già stata individuata, che un project financing c’è e che le ferie sono un diritto previsto dal contratto dei dipendenti pubblici e nessuno può negarle». Botta e risposta immediata. Franco Miceli è perfettamente a conoscenza dello sforzo che l’assessore Sala sta compiendo da mesi per sanare questa incresciosa situazione, «ma l’indignazione dei concittadini è sacrosanta ed esige impegni precisi da parte di chi si candida a governare – di ce la nota -. Il sindaco potrà sicuramente contare sulla cooperazione e il massimo impegno dei dipendenti comunali per restituire dignità alla nostra città».
Nella polemica «casalinga» si inserisce anche il deputato del Pd Carmelo Miceli, candidato al Consiglio: «Nessuno oggi, a causa della sua stanchezza, può impedire di avere una visione della città altrettanto lucida ed entusiasmante – dice -. Immaginare che l’amministrazione Orlando sia esente da censure e pensare che per questa nuova compagine sia impossibile o addirittura sbagliato discostarsi da ciò che è stato, significa regalare sacche enormi di consenso alla peggiore destra di sempre». Sala ha tentato di gettare almeno le basi per soluzioni di lungo e medio termine: il progetto per un nuovo cimitero, l’informatizzazione delle pratiche, la mappatura dei Rotoli, la gara per il forno crematorio. Non ne è convinta l’altra aspirante sindaco, Rita Barbera: «È una città che va a… Rotoli – dice – Ancora una volta la situazione del cimitero dimostra come l’amministrazione uscente non sia riuscita a programmare e pianificare quella che, con eufemismo, è chiamata emergenza.. È necessaria una progettazione sistemica che vada a rafforzare il decentramento delle aree cimiteriali, utilizzando anche i beni confiscati». Intanto a giorni dovrebbero partite i lavori per la costruzione dei 424 loculi prefabbricati, annunciati come rapida soluzione dal sindaco a ottobre del 2021. Ma chi piangeva allora sulla foto del proprio caro in salette maleodoranti, dopo sei mesi, è ancora lì.