L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’emergenza rifiuti a Palermo e i roghi nella notte.
La notte della città viene ancora una volta illuminata dai roghi di rifiuti accesi nei quartieri. Quindici in totale i falò divampati la scorsa notte tra lo Sperone e Brancaccio tra cui via Sacco e Vanzetti e via Tiro a Segno. Le strade continuano ad essere invase di spazzatura e i residenti sono ormai allo stremo: sacchi e ogni tipo di rifiuti campeggiano da giorni in attesa dell’arrivo degli operatori della Rap e sono tante le zone del capoluogo dove si sono formati accumuli di rifiuti attorno ai cassonetti stracolmi di sacchetti. Dopo i tanti interventi della notte del primo dell’anno, anche nel giorno a seguire i vigili del fuoco sono stati impegnati a spegnere incendi di spazzatura nelle vicinanze del centro commerciale Forum e in via Albiri.
Un’invasione che nasce dalla scarsa presenza dei lavoratori Rap, azienda partecipata che si occupa di gestire i rifiuti i città, durante le festività natalizie e il capodanno, gettando nell’emergenza la città. I cumuli ormai sono ovunque, dal centro storico, dove in via Napoli i cassonetti non si vedono neanche più, sommersi da strati di sacchetti e ingombranti, fino in viale Regione Siciliana: nella zona di via Palmerino, nell’area di Villa Tasca, le montagne di rifiuti, infatti, hanno invaso marciapiedi e strade. Accumuli che si sono ammassati tra le festività natalizie e il Capodanno e che adesso non permettono più un semplice intervento ordinario con il ritiro da parte del personale con autocompattatori.
Il sindaco si era detto insoddisfatto del servizio. La Cisl: «Ora basta, stop ai doppi turni» Todaro: «Migliorare sì, ma servono le assunzioni». Sulla Rap le parole del sindaco nell’intervista di inizio di anno al nostro giornale sono state inequivocabili: «Sono preoccupati per una emergenza rifiuti per la quale la società non ha
indicato un percorso d’uscita». Fra i problemi della città quello della raccolta e pulizia dall’immondizia lo preoccupa di più. Proprio per il fatto che dal punto di vista organizzativo non è stato presentato un modello efficiente. Roberto Lagalla, ancora una volta, ha spiegato come l’eventuale ricorso ai privati per lui non è un tabù. Sono parole che, però, mettono sale nelle ferite. L’azienda di piazzetta Cairoli è scesa sotto la soglia delle 1400 unità di personale, ce ne dovrebbero essere 2300. Dovrebbe ricevere soldi, una cinquantina di milioni, da Comune che tardano ad arrivare. Il cane che si morde la coda o il gioco delle parti? «Anche in queste ore ho avuto incontri col sindaco – dice Peppe Todaro, presidente di Rap – e ho ripetuto che se non si smuovono alcune cose c’è poco da fare. Dobbiamo migliorare sì, abbiamo bisogno di aiuto».