Gds: “Palermo rimane senza sport «Fa male, ma è giusto fermarsi»”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sullo stop a tutte le attività sportive in Italia a causa del Coronavirus fino al 3 aprile. Gran parte dello sport palermitano si era già fermato. Stadi e palestre chiuse per ordinanze e decreti, in testa stadio delle Palme, piscina comunale, PalaMangano, PalaOreto. Il Telimar, A-1 maschile, ha giocato sabato a porte chiuse a Roma ed è tornata in sede, senza i due stranieri montenegrini Draskovic e Saric che sono a un collegiale della nazionale di Montenegro, e Mario Del Basso a casa a Salerno. Ieri la Federnuoto ha sospeso il campionato «L’intenzione è di rimodulare le giornate sperando che il picco della malattia sia a metà aprile – dice Marcello Giliberti, presidente Telimar -. Per qualche giorno i giocatori sono a riposo. Se non c’è una decisione che dice che il campionato è finito dovremmo allenarci a mare con le mezze mute». Un ritorno all’antico, la pallanuoto è nata in mare. «È un disastro anche se concordiamo che chiudere tutto è la soluzione migliore – dice Antonio Coglitore, presidente della Waterpolo e consigliere regionale Federnuoto -. Avevamo assunto un medico, preparato puntatori laser e termometri per continuare l’attività, poi è arrivata la chiusura di tutte le piscine. Noi abbiamo venti tecnici, che non potranno essere più pagati, e 650 nuotatori. L’attività di base andrà a rotoli ma tutto ciò è niente di fronte ad un problema così grave per la salute di tutti. Quando l’emergenza finirà potremo recuperare». «Penso che quest’anno salterà tutto – dice Giuseppe Morici, presidente della Nadir campione d’Italia master -. Sono un medico e negli ultimi giorni ho maturato la convinzione che bisogna mettere lo sport in secondo piano. Possiamo tentare di far esercizi all’aperto con gruppetti di atleti, senza andare in spogliatoi comuni e più avanti si potrebbe nuotare a mare. Ma servirà a poco se la sospensione durasse tanti mesi». Nella pallavolo è arrivato lo stop sine die dei campionati. «Sto per rimandare tutti i giocatori a casa – dice Giorgio Lo Canto, presidente della Pharmap Saber, seconda in B maschile -. Non possiamo più allenarci. Schede individuali di esercizi per mantenere la forma lasciano il tempo che trovano. La pallavolo è sport di automatismi che vanno provati sul campo. Non so che faranno gli sponsor ai quali non possiamo più garantire il ritorno di immagine. Un danno non indifferente. Qualche società potrebbe non ripartire più». «La mia società – dice Adolfo Allegra presidente della Sicily By Car di A-1 femminile – sostiene che bisogna finire il campionato con la classifica attuale, senza retrocessioni e allargando il torneo a 16 squadre per il prossimo anno con la promozione di due squadre dall’A-2. La salvezza sarebbe venuta in ogni caso, grazie al calendario favorevole. Bisogna dare un segnale ai giovani di questa emergenza drammatica per tutto il pianeta. Siamo pronti a liberare i ranghi». I contratti con le giocatrici scadono ad aprile, per un campionato che è costato al club palermitano quasi mezzo milione di euro. «Siamo fermi – dice Fabrizio Mantia, presidente della Green basket, B maschile – abbiamo sconsigliato ai giocatori di tornare a casa, molti sono lombardi e piemontesi, ma se continua così scioglieremo la squadra, anche perché la responsabilità è del presidente e del medico sociale. È giusto che il problema salute prevalga su tutto». «È giusto limitare la diffusione del virus – dice il presidente Giovanni Randisi – e non possiamo che attendere gli eventi. Si è fermata anche la squadra di pallamano. Il nostro impegno è cercare di salvaguardare il lavoro del personale, circa 120 persone tra dipendenti diretti e istruttori. Speriamo possano arrivare sostegni pubblici. Con una nuova gestione stavamo migliorando la nostra situazione economica, aumentando le entrate, adesso è tutto incerto». «Vedremo – dice Gaspare Polizzi, direttore tecnico dell’atletica Cus e allenatore degli azzurri del mezzofondo – se sarà possibile fare attività in pista a porte chiuse per gli atleti di interesse nazionale come fa intendere l’ordinanza del sindaco. Per quanto riguarda i mezzofondisti come i gemelli Ala e Osama Zoghlami, siepisti in corsa per le Olimpiadi, posso tenere la forma una decina di giorni con le mie risorse, ovvero allenamenti all’aperto, sfruttando Favorita, salite e spiaggia. Ma poi il tutto va finalizzato in pista».