L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’emergenza rifiuti a Palermo.
L’emergenza a Bellolampo rimane intatta, incombente, imminente. Con possibili dimissioni del presidente di Rap di cui nelle ultime ore si parla insistentemente. Il sindaco e l’assessore ieri hanno firmato un’ordinanza con cui autorizzano la Rap a utilizzare la terza vasca bis per togliere i rifiuti dai piazzali fino a un massimo di 98 metri cubi, circa 100 mila tonnellate. Circa la metà delle 180 mila che vi stazionano sostanzialmente in maniera illegittima. Ma il provvedimento non basta ed è andato sotto le attese dei vertici dell’azienda. Girolamo Caruso, presidente dell’azienda di igiene ambientale, infatti aveva chiesto a Leoluca Orlando e a Sergio Marino che firmassero anche il via libera al deposito temporaneo dei rifiuti sui piazzali. In realtà una forma di «sanatoria», visto che quegli spiazzi sono già pieni, un modo per spalmare la responsabilità di quello che sta accadendo lassù nella discarica fra la Rap e l’amministrazione comunale.
Ma già Marino, assessore all’Ambiente, che è stato per tre anni alla guida dell’Arpa, aveva spiegato che quel tipo di ordinanza non era possibile. Perché già all’epoca in cui a guidare la macchina dei rifiuti c’era Beppe Norata, arrivarono i no alla proposta sia dell’Arpa che dell’Asp. «Noi abbiamo firmato un atto che tende a ripulire i piazzali di Bellolampo», spiega Marino. Il quale annuncia pressioni alla Regione per consegnare prima possibile un pezzo di settima vasca in fase di realizzazione e – nel frattempo – anche autorizzare l’uso provvisorio della quarta per un deposito supplementare di altre 250 mila tonnellate. Ma il presidente Caruso non ci sta. Già aveva manifestato tutto il suo disappunto per lo scarica barile che si sta mettendo in scena sulla vicenda con una infuocata lettera inviata anche al dipartimento regionale Acqua e rifiuti. Ma ieri, di fronte all’ordinanza che gli ordina persino «di garantire la massima tutela delle matrici ambientali» è andato su tutte le furie.