L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sullo scontro per la cassa integrazione Rap. L’azienda ha raggiunto un’intesa con i sindacati per avviare in cassa integrazione una sessantina di lavoratori. L’accordo, che è definito nelle parti essenziali, manca però della firma della Fiadel -Cisal che ha spaccato il fronte degli altri rappresentanti dei lavoratori che invece hanno aderito. La questione è molto semplice. Il decreto del governo ha previsto una cassa integrazione di 9 settimane in favore delle aziende che hanno subito perdite e danni come effetto dell’infezione da coronavirus. Le partecipate del Comune, Amat e Amap, ne hanno già usufruito e le stanno utilizzando. Ora ne vuole approfittare anche l’azienda di igiene ambientale, che però svolge un servizio considerato essenziale. Infatti, la raccolta (com’è ovvio) non si è mai fermata. Ci sono però segmenti produttivi che la pandemia in qualche modo ha costretto a costretto a chiudere. Si tratta del servizio di manutenzione strade e della logistica, soprattutto portierato e guardiani. Questi ultimi sono stati sospesi per via della chiusura temporanea dei centri comunali di raccolta. In queste condizioni, dunque, gli unici lavoratori su cui la cassa integrazione può essere applicata sono questi.