Gds: “Palermo Rap, furto di carburante. Condannato un ex autista”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulal Rap e il furto di carburante che ha portato alla condanna di un autista.

Assolto dalle accuse di truffa aggravata, falsa attestazione e peculato, è stato condannato per furto di carburante assieme un’altra persona che, in alcune occasioni, lo avrebbe aiutato a estrarre il gasolio dal mezzo della Rap che gli era stato affidato. Il giudice per l’udienza preliminare, Cristina Lo Bue, ha inflitto 5 anni e 4 mesi di carcere all’autista Vincenzo Taormina, invece per Giuseppe Galati, l’amico che aveva coinvolto che rispondeva però solo di peculato in concorso, la pena è stata di 3 anni e 2 mesi. Entrambi hanno scelto il rito abbreviato. Secondo la Procura, che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio, nel 2017 Taormina, oltre ad avere falsamente attestato la sua presenza in servizio, in più occasioni si sarebbe recato con il furgone adibito alla raccolta dei rifiuti all’interno di un magazzino, per svuotare il gasolio contenuto nel serbatoio del veicolo aziendale, alle volte con l’aiuto di Galati.

Taormina, ormai ex dipendente della Rap, doveva quindi rispondere di truffa aggravata e falsa attestazione delle presenze, ma il giudice – Paul Eboigbe, detto «Bugatti», 28 anni, accusato di essere uno dei boss della mafia nigeriana, adesso è tornato completamente libero. La Corte di Appello, presieduta da Giacomo Montalbano (consiglieri Aldo De Negri e Maria Elena Gamberini), accogliendo le richieste dell’avvocato Cinzia Pecoraro che assiste lo straniero, ha revocato la misura della sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno di due anni, oltre alla restituzione di 600 euro già versati a titolo di cauzione. «Bugatti» sarebbe stato – secondo l’accusa –uno dei capi dell’organizzazione criminale. Due pentiti lo avevano indicato come il personaggio chiave nei violenti riti di affiliazione all’Eiye, un gruppo della mafia nigeriana contrapposto alle altre consorterie battezzate Black Axe, Vikings, Maphite e Arubaga – dedito al traffico e allo spaccio di droga e alla tratta delle donne, trattate come schiave e costrette a prostituirsi per pochi euro.

Una tesi che non ha trovato nessun riscontro, anzi nella sua decisione il Collegio ha ribadito quanto stabilito recentemente dalla quarta sezione del Tribunale secondo cui non ci sarebbe nessuna prova accogliendo le argomentazioni dei suoi difensori, gli avvocati Carmelo Franco e Angelo Formuso – lo aveva assolto da questi reati. I legali, infatti, avevano dimostrato che le intercettazioni su cui si fondava l’accusa di assenteismo, non potevano essere utilizzate perché erano state raccolte in un altro procedimento, nell’ambito del quale Taormina si trova in custodia cautelare per associazione mafiosa. L’ultima operazione dei carabinieri contro i furti di carburante era scattata a giugno del 2020 all’interno della discarica di Bellolampo: quella volta 13 addetti della Rap erano finiti in carcere, 8 agli arresti domiciliari e per quattro era scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. In base alla ricostruzione dei militari, i dipendenti infedeli erano organizzati secondo ruoli ed incarichi ben delineati (la vedetta, l’autista, l’addetto al rifornimento) ed in costante contatto tra loro. Utilizzando un linguaggio in codice, i componenti del gruppo avrebbero portato a termine i furti durante i turni di lavoro, prelevando circa 1300 litri di carburante al giorno dagli autocompattatori, dalle autocisterne e dagli altri mezzi aziendali della discarica.