L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’emergenza rifiuti a Palermo.
Gli effetti sulla città già si vedono: c’è un aggravamento a macchia di leopardo di strade sporche, di cestini pieni, di cassonetti non svuotati. Et voilà, i sindacati sono di nuovo sul piede di guerra. Dopo la Cgil e la Uil, ora anche la Cisl (il sindacato più rappresentativo in Rap) rifiuta di sottoscrivere gli accordi di produttività aziendali con cui da due anni si mette una toppa alla carenza di operatori in azienda. Funziona così. I lavoratori accettano, dietro il pagamento di un extra salariale, di aumentare le ore del turno di lavoro. Il risultato finale è, mettiamo, che anziché svuotare 100 cassonetti ogni squadra ne svuota 150.
Nella stessa intesa si stabiliva un impegno anche la domenica (quando in teoria non si dovrebbero conferire rifiuti). Da sabato scorso, invece, ci si limita esclusivamente a portare a termine l’impegno ordinario previsto dal contratto. Di qui, l’arretrato che rimane su marciapiedi e strade. La mossa della Cisl fa cascare il castello di carta, sebbene una sigla che ha una rappresentanza limitata in azienda, la Cisal, abbia rotto il fronte: «Danneggiare la città non serve a nessuno né migliora la nostra situazione», hanno motivato.