L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’aggressione al medico del Cervello e sul ragazzo finito in cella.
Vivo per miracolo dopo l’aggressione in ospedale. E dopo la cattura, per il responsabile delle ferite inflitte all’endocrinologo dell’ospedale Cervello che lo doveva visitare arriva pure il carcere. Con una accusa pesantissima: tentato omicidio. Il primario Alfredo Caputo è solo l’ultimo caso di una lunga onda di violenza nei nosocomi che sta minando la serenità di medici e infermieri: «Abbiamo paura di andare a lavorare», avevano detto i camici bianchi nei giorni scorsi.
Le indagini della squadra mobile sono state però rapidissime ed il ventritreenne M. P., di Sciacca, non ha avuto scampo. Come invece avvenuto il 21 febbraio scorso, quando lo specialista si era rifiutato di prescrivergli un farmaco. Caputo si trovava all’interno della sua stanza di servizio ed era impegnato in una conversazione telefonica, quando era avvenuta l’aggressione: il giovane aveva un taglierino in mano e si era scagliato sullo specialista, colpendolo diverse volte al volto. Il medico aveva avuto una grave lesione all’orecchio destro e danni al tendine del braccio sinistro.
I fendenti sferrati a soli tre centimetri dalla carotide, altrimenti l’epilogo sarebbe stato più tragico. Quel giorno di follia era stato raccontato da Caputo in esclusiva al nostro giornale: «Voglio tornare a lavorare, altrimenti mi ammalo veramente», aveva sorriso. «Sono arrivato in sala medici per parlare con una paziente che aveva bisogno di me. Ero girato verso il pc e improvvisamente alle mie spalle è arrivata questa furia», aveva ricordato. Tutto è avvenuto in meno di un minuto.