L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla sconfitta rimediata dal Palermo al Barbera contro la Salernitana.
Non si può pensare di vincere una partita tirando solo una volta in un tempo e giocando seriamente solo negli ultimi otto minuti dell’altro. Non sorprende, quindi, che il Palermo abbia perso. Quella che doveva essere una giornata di festa e di ritorno alla vittoria al Barbera si è trasformata nella prima sconfitta casalinga della stagione. Una sconfitta pesante, che ha riportato tutti alla realtà dopo l’entusiasmo suscitato dalla vittoria contro il Südtirol, ed è stata la logica conseguenza di quanto si è visto sul
Il Palermo ha giocato male, senza mai avere l’atteggiamento giusto per imporsi sulla Salernitana, che ha segnato un gol fortunoso con Tello al 21′ del primo tempo e ha poi gestito la partita senza grandi difficoltà. Le responsabilità del Palermo sono evidenti: la squadra è stata incapace di reagire in modo concreto, fatta eccezione per gli ultimi minuti, quando ha sfiorato il pareggio con Di Francesco.
Sin dall’inizio si è notato che la Salernitana fosse più vivace, e dopo il gol fortuito di Tello (un cross innocuo dalla destra, con tutta la difesa del Palermo, Desplanches compreso, ferma a guardare), ci si aspettava una reazione diversa. Invece, il Palermo è rimasto lento e privo di gioco. Dopo tre partite consecutive con Henry titolare, Dionisi ha deciso di iniziare con Brunori, ma la scelta si è rivelata un boomerang: il capitano è apparso fuori dal gioco, quasi come un corpo estraneo. Anche Le Douaron, confermato sulla destra, non ha mai trovato il ritmo della partita. Sebbene il francese possa avere delle qualità, in questo momento sembra scollegato dal resto della squadra, come dimostrare i suoi continui gesti per chiedere la palla
Tuttavia, sarebbe ingiusto puntare il dito solo contro Brunori e Le Douaron, poiché quasi tutti gli altri giocatori hanno fallito. Questo deve essere un punto di riflessione per Dionisi, che finora non è riuscito a trasmettere efficacemente il suo sistema di gioco. La generosità di Gomes non può bastare da sola, così come non si può rinunciare a un giocatore come Segre dopo 45 minuti solo perché ammonito. Se questa fosse una regola, in certe partite i cambi non sarebbero mai sufficienti
Il Palermo arriva alla seconda pausa del campionato con undici punti, otto in meno del Pisa capolista, e con un bilancio di tre sconfitte, tre vittorie (tutte in trasferta) e due pareggi. Numeri che impongono una riflessione profonda per la squadra e per Dionisi. Anche ieri, nonostante l’incoraggiamento di 25 mila tifosi, il Palermo è stato accolto dai fischi alla fine della partita. Questa pausa dovrà essere utilizzata per chiarire le idee e ripartire, e il primo a doverlo fare è proprio Dionisi, che dovrà forse rivedere alcune delle sue idee tattiche.
Contro la Salernitana è emersa una mancanza di qualità, soprattutto a centrocampo, dove l’impegno di Gomes non è stato sufficiente. Dionisi dovrà inventarsi qualcosa, come far coesistere Ranocchia e Segre, una scelta che non può essere considerata un’eresia. Allo stesso modo, deve considerare una nuova dinamica tra Brunori e Henry. È evidente che Brunori fatichi a brillare nel 4-3-3 attuale di Dionisi, e bisognerà trovare una nuova strada per far risaltare il capitano, che ieri, pur essendo titolare, è stato praticamente invisibile.
Il Palermo avrebbe dovuto alzare i ritmi e trovare un gioco più fluido per risolvere la partita, ma la manovra è rimasta caotica. Il momento migliore è arrivato solo nei minuti finali, quando l’assalto finale, dettato più dal cuore che dalla tattica, ha portato a due tiri di Insigne finiti fuori e soprattutto alla grande occasione di Di Francesco al 90′.
Alla fine, la scena si è ripetuta come troppe volte negli ultimi due anni: il Palermo, sommerso dai fischi, costretto a scusarsi con i propri tifosi, mentre gli avversari festeggiavano con i loro.