Gds: “Palermo: precipita la magnolia, terrore e caos”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla storica magnolia crollata a Palermo.

Il gigante è crollato; spargendo le gemme della sua chioma sull’asfalto che per decenni e decenni ha difeso, come un largo ombrello di foglie, la scada e il marciapiede che curva tra via delle Magnolie e via Boris Giuliano dal sole impietoso dell’estate. Lo storico «boschetto» cittadino costellato da alberi secolari perde uno dei suoi figli: gettato giù dal vento, come un birillo, come una busta di cada poggiata su un muretto; leggera ma pesante invece nel suo impatto rovinoso sull’auto in transito che colpisce mentre si stacca da terra alle 7.20 di ieri mattina.

Le due persone a bordo non si sono ferite. Se fosse successo un po più tardi; il bilancio di una giornata di maltempo sarebbe stato ben più tragico. L’arteria è trafficatissima, porta a scuole e uffici, all’ospedale e alle rampe d’accesso all’autostrada. Fino a ieri sera, operai al lavoro per rimuovere i tronchi e strada chiusa da via Paternò fino a prima del Tiffany. Gli automobilisti dovevano percorrere la parallela (zona Esedra) e sbucare poi nell’ultimo tratto di viale Piemonte che invece era percorribile. «Ho sentito un rumore, uno scricchiolio dell’albero, ho provato ad accelerare intuendo il pericolo, ma mi ha colpito lo stesso in pieno». A parlare ai microfoni di Tgs l’uomo che ha rischiato di morire insieme alla figlia.

Pochi istanti in cui si è reso conto che qualcosa di molto grande stava crollando sulla sua vettura, troppo pochi per mettersi in salvo. Un ramo è piombato come una gru sul vetro anteriore della macchina; poi intrappolata dallo tsunami di fogliame e legno. Un vero miracolo che loro due; dentro l’abitacolo, siano rimasti illesi dentro una salvifica bolla spaziale, rannicchiati, terrorizzati ma salvi. Chi pagherà i danni? Non si sa. Era malato da tempo, il Ficus macrophylla, ma nessuno se ne era accorto; neppure gli strumenti di diagnostica e monitoraggio che avevano passato ai raggi x le radici, diventate piedi d’argilla. Il Comune negli anni scorsi aveva fatto costruire una pedana in ferro sopraelevata per aggirare l’enorme tronco e le radici che occupavano tutto il marciapiede.

L’albero, detto comunemente Magnolia perché le foglie somigliano appunto all’altra specie (Magnolia grandiflora), si è trascinato nella caduta una pensilina e alcuni muretti. Il grosso arbusto, spiega l’agronomo Claudio Benanti, esperto della valutazione sulla stabilità degli alberi per il Comune, era stato esaminato due anni fa e mezzo fa. «Un controllo in quota che non dava alcun segno di pericolo – spiega -. Si è trattato piuttosto di un problema radicale; imputabile a tagli di radici pregressi effettuati almeno un decennio fa. Oggi si è avuto il riscontro di dò, purtroppo. Bisogna capire che c’è un fattore di rischio; un’imprevedibilità che prescinde a volte dai controlli meticolosi effettuati.