L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Ponte Corleone e sui disagi in città.
Si possono impiegare anche cinque ore per uscire da una città, per fare pochi chilometri, per tornare a casa, per poter semplicemente scappare via, in maniera sacrosanta, in vista delle feste? Si, è possibile. È questa la città con il nuovo restringimento sul ponte Corleone, diventato ieri ad una corsia.
Il 23 dicembre. Chiunque avrebbe immaginato il delirio che sarebbe successo, semplicemente perché è già avvenuto in passato. Dunque, nulla di nuovo. Ma davvero non si potevano attendere tempi migliori? L’assessore comunale alle Mobilità, Giusto Catania, qualche giorno fa ha confermato che le disposizioni erano queste, dopo le verifiche tecniche, cioè di chiudere una corsia del ponte, e così hanno fatto. Nella notte tra mercoledì e ieri il «Corleone» è stato chiuso del tutto per fare le prove di carico, poi è stata messa la segnaletica e infine è stato riaperto, in mattinata, ad una sola corsia.
Il problema vero è che questa situazione potrebbe durare mesi. Ieri, primo giorno, come detto, c’è stato il delirio. Bastava semplicemente aprire qualsiasi social per vedere la portata della catastrofe, in termini di viabilità. Le code sono arrivate fino a viale Lazio e tutta la zona attorno a una delle più importanti vie d’uscita del capoluogo era paralizzata.