Gds: “Palermo, pistola comprata a Ballarò. Omicidio Celesia, i due fratelli sotto inchiesta: «Ci siamo difesi»”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’omicidio di Celesia e i due fratelli sotto inchiesta.

Resta in carcere G.O., 22 anni, il maggiore dei due fratelli coinvolto nell’omicidio di Rosolino Celesia, il ventiduenne ex calciatore ucciso al culmine di una lite scoppiata nella discoteca Notr3 – l’ex Reloj – di via Pasquale Calvi. Lo ha deciso il gip Giuliano Castiglia che ha così convalidato il fermo del ragazzo dopo l’udienza di ieri mattina anche se l’avvocato Vanila Amoroso, che lo difende, fino a tarda serata ancora non aveva ricevuto il provvedimento. L’indagato è accusato di porto e detenzione illegale di arma da fuoco ed era stato fermato, su provvedimento emesso dalla procura, il giorno seguente al delitto.

Secondo l’accusa sarebbe stato il fratello minorenne – appena 17 anni – ad avere materialmente sparato alla vittima: deve rispondere del reato di omicidio volontario, dovrebbe comparire il giorno di Natale davanti al gip del tribunale dei minori. Le indagini, condotte dagli investigatori della squadra Mobile di Palermo, sono coordinate dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Ennio Petrigni e dalla procuratrice dei minorenni, Claudia Caramanna. «Ci siamo difesi», è questa la linea difensiva dei due fratelli, emersa – sia pure con qualche sfaccettatura diversa – nel corso del drammatico faccia a faccia in Tribunale nel corso del quale il più grande ha raccontato la sua verità e durante l’incontro, che l’avvocato Amoroso, ha avuto con M. (il minorenne) ieri pomeriggio al carcere del Malaspina dove è rinchiuso.

Il fratello maggiore, in cella al Pagliarelli, che fa il pescivendolo e ha un figlio piccolo, ha spiegato che gli screzi con Celesia risalivano a una decina di giorni prima e precisamente alla notte in cui era scoppiata una rissa alla Vucciria in cui due gruppi contrapposti se l’erano date di santa ragione e, tra la persone coinvolte, c’erano anche loro due. Insomma c’era stato un precedente ma il ragazzo ha negato che i due si fossero dati appuntamento al Notr3 per un ulteriore chiarimento. Si sarebbero rivisti per caso ed è solo in quel momento che la discussione sarebbe ripresa più violenta di prima.

«Lui mi è saltato addosso, mi ha colpito e sono caduto a terra stordito, anche perché avevo bevuto. Poi non ho capito più niente», avrebbe detto G. cercando di limitare le sue responsabilità. Ai giudici, infatti, avrebbe fatto vedere le ecchimosi al volto e alcuni tagli che Celesia gli avrebbe provocato con un oggetto contundente, ferite che – a suo dire – dimostrerebbero come sia stato lui a subire l’aggressione e non viceversa. Inoltre avrebbe negato di sapere che il fratello minore aveva un’arma, anzi non si sarebbe nemmeno accorto di quello che stava accadendo intorno a lui perché era a terra svenuto. Ed è in questo momento, almeno in base alla loro ricostruzione dei fatti, che sarebbe intervenuto M., il quale avrebbe estratto la pistola – che avrebbe comprato al mercato di Ballarò subito lo scontro alla Vucciria – facendo fuoco per timore di essere attaccato anche lui dall’ex calciatore.