L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla Piscina comunale di Palermo.
Continua la caccia al centesimo dell’amministrazione comunale, a causa delle ben note difficoltà economiche. Ad essere colpite, questa volta, sono le già vessate società natatorie sportive, che svolgono la loro attività no profit presso la piscina comunale: infatti, dopo la delibera che ha portato all’aumento del 150% delle tariffe dell’impianto di viale del Fante, il Comune ha inviato una nota alle società sportive cittadine chiedendo il pagamento anticipato degli affitti degli impianti utilizzati dai vari club. Il tutto, in un contesto in cui l’Amministrazione ha richiesto, sempre alle stesse società, le somme dell’anno 2021, somme che avrebbe dovuto pagare la Regione, in virtù del provvedimento con il quale si sospendeva il pagamento degli spazi d’acqua delle società sportive, mai reso esecutivo.
Il Coni Sicilia, con un duro comunicato del presidente Sergio D’Antoni, si schiera al fianco delle società natatorie evidenziandone l’agonia: «Perché – aggiunge Fabio Gioia, componente di giunta del Coni – dopo un rincaro del 150%, dovremmo pagare in anticipo l’utilizzo di strutture che non sono garantite? Le società sono allo stremo». Già, perché, solo da gennaio ad oggi, la piscina ha sofferto di tantissime criticità e incertezze circa l’apertura e la disponibilità dell’impianto, sia per la mancanza di gestione ordinaria – come cloro in eccesso e vari lavori da fare negli spogliatoi – che, per ultima, l’allarme legionella.
Una serie di situazioni che hanno determinato grandi perplessità da parte dell’utenza, che altri non sono che le società sportive di pallanuoto, nuoto, e nuoto sincronizzato, con forti difficoltà ad emigrare in impianti privati: «Se non si dà continuità – sottolinea Fabio Gioia – l’utenza tende a diminuire. In più con l’aumento delle tariffe del 150% i club, che rappresentano il 90% dei fruitori della piscina olimpica, spariranno, perché se non mi si dà continuità e programmazione me ne vado dall’impianto o lascio proprio lo sport». Una continuità che non può essere assicurata per un problema strutturale di gestione ordinaria: le tempistiche degli interventi non sono adatte a questo impianto, che dovrebbe essere soggetto ad una manutenzione ordinaria costante non essendo un impianto nuovo.