Gds: “Palermo Party sull’isolotto, denunciati tutti gli 80 partecipanti”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul party abusivo sull’isolotto di Isola delle Femmine.

Gli ottanta partecipanti al party esclusivo sull’isolotto al largo della costa di Isola delle Femmine, organizzato dai gemelli Antonio e Vito Triolo, sono stati denunciati. Il reato contestato è la partecipazione a un’attività pubblicitaria non autorizzata dalla Lipu, l’ente gestore della riserva. Inoltre, ai fratelli Triolo è stata contestata l’organizzazione dell’evento senza autorizzazione dell’autorità pubblica.

La marchesa Paola Pilo Bacci, proprietaria dell’isolotto, ha minimizzato l’accaduto, definendo le polemiche come “sciocchezze” e attribuendo la responsabilità del clamore mediatico alla Lipu. La marchesa ha affermato di aver dato il permesso ai nipoti di girare un video sull’isolotto per celebrare il loro compleanno e promuovere la proprietà in vendita. Ha sottolineato che l’isolotto è una riserva orientata, non integrale, il che implica restrizioni meno severe.

Legambiente ha annunciato una battaglia legale, sostenendo che l’attività vista nei video non è autorizzabile secondo le normative vigenti sulle aree naturali protette e sulla valutazione di incidenza. L’isolotto è integralmente tutelato da una riserva naturale regionale dal 1997 e da un sito della Rete Natura 2000, e ricade all’interno di un’area marina protetta. Legambiente ha evidenziato i danni agli habitat e alle specie nidificanti causati dall’evento, sottolineando che fino al 30 giugno scorso erano vietate anche le visite guidate.

La partecipazione di Maurizio Giglio, DJ ed ex sottufficiale della guardia costiera di Isola delle Femmine, ha suscitato particolare sconcerto, dato il suo ruolo nella tutela della costa. Il sindaco di Isola delle Femmine, Orazio Nevoloso, ha espresso turbamento per l’accaduto, sottolineando il valore dell’isola per la comunità e l’importanza dei diversi studi scientifici in corso.

Questa vicenda, che ha sollevato grande indignazione sui social e nell’opinione pubblica, finirà ora in tribunale, con possibili ripercussioni legali per tutti i coinvolti.