Gds: “Palermo ospedali insicuri, altri furti e aggressioni. Al Cervello i familiari di un defunto bloccano il personale: «Aprite la camera mortuaria»”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla poca sicurezza negli ospedali palermitani.

La prima linea degli ospedali sempre più sotto il fuoco incrociato di atti criminali: un nuovo caso di aggressione al Cervello, le indagini sulla violenza ai danni di un operatore sanitario al pronto soccorso del Civico, ladri in azione al Policlinico per la seconda volta in pochi giorni. Sale sempre di più l’allarme sicurezza per gli avamposti sanitari. Il fascicolo di indagine sui due aggressori dell’operatore sanitario del Civico – identificati lunedì sera dai carabinieri dopo che lo hanno picchiato e dopo che hanno minacciato con un bisturi i suoi colleghi – è sul tavolo dei magistrati della procura diretta da Maurizio de Lucia.

Dove potrebbe finire a breve anche un altro caso, verificatosi al Cervello, con una scena che sembra incredibile: il personale sanitario che doveva trasferire una donna da un’ambulanza ad un reparto per prestarle le cure dopo un intervento chirurgico per fortuna non grave, si è dovuto occupare di aprire subito la camera mortuaria dove far entrare un defunto. I parenti pretendevano – e di fatto hanno ottenuto – di avere priorità per la sistemazione della bara rispetto alla paziente appena operata Le reazioni «Nelle strutture sanitarie si vive ormai in un clima di tensione quotidiana altissima» dice Pucci Bonsignore, segretario regionale della Cimo.

«Chiediamo insieme ad altri da tempo l’utilizzo della videosorveglianza che sia in grado di registrare cosa avviene agli ingressi dei reparti, o delle aree ospedaliere in generale: se fosse capillare, sarebbe un deterrente per azioni criminali. E sarebbe una forma di prevenzione, dato che ci sono i cartelli che avvisano della registrazione delle immagini e possono consentire a posteriori di poter intervenire e di aiutare le indagini per punire le malefatte». «Le aggressioni sono frequenti, lo sappiamo: non c’è civiltà dietro questi episodi, è sempre da condannare chi usa violenza» aggiunge Pippo Piastra, segretario regionale delegato alla Sanità della Uil.

«Ma bisogna anche risalire alle cause per evitare che possa accadere ancora: bisogna mettere insieme tutti gli addetti ai lavori,  dagli operatori a chi gestisce i pazienti, dall’opinione pubblica alle associazioni degli ammalati, per costruire un percorso comune. Una faccia del problema, ad esempio, è il dopo-Covid: l’ammalato che deve stare necessariamente lontano dal parente, i familiari delle persone anziane che non hanno notizie… Ecco, bisogna affrontare il problema in modo complesso».